Impresa, le buone prassi della comunicazione online.
Mi collego al mio precedente articolo sulle “cattive prassi online” delle imprese (link qui), proponendo questa volta una serie di input per prevenire o fronteggiare le principali criticità della cosiddetta reputazione in rete.
Reputazione è peraltro parola, in quest’àmbito, ampia e plurisignificato, alludendo alla comunicazione, alla conoscibilità e alla fama che un soggetto, un’entità una persona un’impresa eccetera, avvia e/o conferma – auspicabilmente in positivo – sulla rete web.
Qualcosa d’intangibile, e pur tangibilissimo.
Dicesi reputazione on line…
Si lega alle percezioni, al “sentiment” da parte degli utenti, e si monitora “aggregando” in modo analitico quel che sulla rete riguarda quel soggetto, in questo nostro caso può trattarsi di un’impresa come ad es. un hotel, un ristorante, un agriturismo, una cantina… E’ insomma l’immagine – in digitale – che trova e si forma colui che digita il nome di quell’impresa sulle tastiere del proprio PC, dello smartphone, colui che la “googla” e sovente la valuta tramite i portali di recensioni, i social media, i “forum” per scambiarsi opinioni…
Tema ampio, certo, e piaccia o no sempre più importante, tema che quindi richiede criteri e misure iperspecialistici, e naturalmente si lega anche all’immagine offline di quell’impresa, ovvero a ciò che essa ha fatto e fa “a prescindere” da internet (pubblicità tradizionale, depliantistica, packaging, PR, eventi…).
L’impresa che si cimenta con web e social (ne esiste ancora qualcuna che può permettersi di non farlo?) deve, sia come sia, adottare un approccio sempre assolutamente strategico, non improvvisando un fai-da-te il quale, ammesso che non rechi danni, certamente non gioverà al marketing/alla notorietà aziendale e dunque risulterà, nel migliore dei casi un’opportunità persa.
(Quante volte ascolto la domanda “come mai carico un sacco di cose online ma non ottengo risultati?” Oppure: “Qual è il ritorno dell’investimento sui social?”).
6 buone prassi per la reputazione online
Fra gli input che quindi propongo da adottare subito online (l’elenco completo ne conterrebbe probabilmente mille), v’è intanto
1)di non trascurare le recensioni, i commenti eccetera di taglio negativo, bensì di replicare a tutte, in modo idoneo e ovviamente urbano (alla maleducazione si risponde con educazione)
2)di produrre con una certa costanza e frequenza contenuti interessanti e attuali, senza mai mescolare la sfera professionale e quella privata. Il cliente non è un “amico”, gli interessa conoscere il nostro prodotto o servizio, non il tennista che maggiormente amiamo o detestiamo, o il cagnolino che abbiamo adottato…
3)di incoraggiare la clientela a pubblicare giudizi positivi circa l’esperienza/gli acquisti presso di noi. Senza forzare, invitiamo esplicitamente a farlo
4)di presidiare, rinnovando settimanalmente i contenuti e le “informazioni”, quelle piattaforme che la clientela attuale e potenziale di solito bazzica, Instagram, Facebook…
5)di utilizzare al meglio gli strumenti ormai a disposizione di chiunque, come ad es. GoogleMyBusiness, specialmente se siamo “posizionati” su un territorio e ci preme maggiormente l’àmbito locale, poiché la clientela proviene in genere da un raggio di chilometri limitato
6)di evitare il più possibile figure del personale che possano essere associate a noi laddove pubblichino post “sconvenienti” o divisivi (politica, vaccini…). Il personale è in qualche modo un ambasciatore della nostra impresa, e va coinvolto così che possa accrescere i plus dell’ambiente di lavoro ed attenuare i minus…
Amico Lettore e Imprenditore, non è escluso ch’io torni sull’argomento. Se hai piacere, puoi farmi conoscere il tuo punto di vista sia commentando qui l’articolo, sia scrivendomi su info@ligucibario.com
Buon lavoro!