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Vendito de giasso

Venditô de giassö…, figura quasi “incredibile” oggi, ma sino a tempi relativamente recenti in molte famiglie non si disponeva di frigorifero, anzi di norma esso era il davanzale, dove durante le notti invernali si collocavano burro ecc.. Si aggirò l’ostacolo del prezzo alto dei frigoriferi inizialmente con lo sviluppo del commercio di ghiaccio, utilizzabile tutto l’anno ma particolarmente, con alcune accortezze, durante l’estate. L’uso risaliva peraltro già al Medioevo, stipando la neve dell’Appennino in pozzi profondi chiamati “neviere”, dove veniva coperta con paglia e foglie perché serbasse la temperatura il più a lungo possibile. Al momento debito, si tagliava in blocchi e stecche che nottetempo raggiungevano su carri i centri delle città, acquistati dalle famiglie abbienti, che li proteggevano in cassette di metallo. Il nevieraio era il giassin, e alcune neviere sono tuttora visibili, a forma di tronco di cono rovesciato, di solito alte 5-6 metri e con diametro interno di 10-12. Il ghiaccio fu molto utile per non dire necessario durante le drammatiche epidemie di tifo dell’800, quando fungeva da rimedio contro i febbroni (ricoprendone gli ammalati, soprattutto fronte, polsi e caviglie). Ma a fine ‘800 incominciarono a diffondersi vere e proprie fabbriche di ghiaccio, e così nacque la figura del venditore…

Umberto Curti

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