1 set 2010  | Pubblicato in Blog-Buonessere

Andrea Scanzi, Elogio dell’invecchiamento, ed. Mondadori, Milano, 2007

Andrea Scanzi, Elogio dell’invecchiamento

In un Paese strepitoso quanto a terroir ed enogastronomie, ma desolatamente “orfano” di Paolo Monelli, Luigi Carnacina, Mario Soldati, Luigi Veronelli et coetera et coetera, si avverte talora il desiderio di incontrare in libreria qualcosa di davvero, ma davvero avvenente sul pianeta cibo-vino. Elogio dell’invecchiamento (dedicato al vino tricolore) è stato nel 2007 un gioiello tanto inatteso quanto godurioso. E l’autore ha bissato, nel corso dell’attuale 2010, con Il vino degli altri, che ad alcuni è garbato meno, a me altrettanto. Sommelier e degustatore ufficiale, Scanzi è un giovane “reporter”, toscano DOC quanto ad ars dialectica, ma piemontese mancato quanto a predilezioni vinicole. Elogio dell’invecchiamento rappresenta un sorvolo per nulla frettoloso sulle migliori realtà italiane (lo spumante in Franciacorta, gli aromatici in Alto Adige, il Picolit in Friuli, l’Aglianico in Campania…), tanto esaustivo e intrigante che andrebbe adottato subito, e sottolineo subito, nelle scuole italiane – anzi, in quel che ormai ne resta – . Il vino degli altri spazia viceversa anche in Francia, Penisola Iberica, Americhe…, al fine di completare ma non esaurire una rassegna sul meglio nel bicchiere che trova pochi eguali (anzi, forse nessuno) nell’attuale pubblicistica di settore. Sono volumi i quali, nella confusione “trendy” che sta contagiando un po’ tutti (fiere ovunque, film ruffiani, degustazioni continue…), pongono il vino a nudo, nel bene e nel male, e nei quali l’autore stesso apertamente dichiara i propri slanci e le proprie avversioni. Con legittime osservazioni e riserve sui prezzi di certe etichette, sui Soloni in tv, sul marketing che “appiattisce” le differenze… E tutto ciò avvalendosi non di rado dell’ironia, che è poi l’efficace antidoto ai troppi snobismi che occupano la scena, alle tante consorterie che si combattono l’un l’altra, ai tanti winewriter che si tromboneggiano addosso, nel bel mezzo di uno stivale sciagurato che séguita a non far sistema, a non comunicare adeguatamente oltre confine il meglio di sé, a non formare i giovani… Di Scanzi non resta dunque che attendere il terzo gioiellino: ed io mi interrogo non senza suspense circa quel che riguarderà! D’altronde, il vino offre talmente tanti spunti ed evocazioni…, non credo che a Scanzi mancherà materiale per edificare un altro solido percorso. Felicitazioni da Ligucibario® (periferia dell’impero?).
Umberto Curti

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