Matvejevic, Predrag (1932-2017)
scrittore e accademico jugoslavo (nativo di Mostar), con cittadinanza croata e naturalizzato italiano, più volte candidato al premio Nobel. Docente presso varie Università (ma a lungo “esule”), diede alle stampe nel 1987, anche sulle orme di Fernand Braudel (si veda qui la relativa voce), Breviario mediterraneo, storia e quasi portolano di una regione-mare le cui sponde raccontano molte culture millenarie. Un racconto (un capolavoro) che visualizza e fa parlare in diretta la realtà: lo stile architettonico dei porti e porticcioli, dei fari e delle capitanerie, l’addolcirsi degli abitati sul profilo della costa, i concretissimi saperi della cultura dell’olivo e il diffondersi di una religione, le antiche biblioteche, i monasteri-orti, le saline, il preziosissimo corallo, i colori degli abiti, gli arredi dentro le case, le tracce permanenti della civiltà araba ed ebraica, i destini e le storie “nascosti” nei dizionari nautici e nelle lingue scomparse, i gerghi e le parlate che cambiano lentamente nel tempo e nello spazio, i mercanti, le migrazioni di pesci e popoli, le ricette, le leggende… Tradotto in decine di lingue fra cui, grazie al grande Claudio Magris, anche l’italiano, il Breviario – che ha accenti ora filosofici ora lirici, qui e là fra bellissimi aforismi e preghiere – ha venduto solo in Italia più di 300mila copie, e Matvejevic è così divenuto via via l’autore croato più tradotto nel mondo. Ha detto: “Il Mediterraneo non è solo geografia. I suoi confini non sono definiti né nello spazio né nel tempo. Non sappiamo come fare a determinarli e in che modo: sono irriducibili alla sovranità o alla storia, non sono né statali né nazionali. […] Sul Mediterraneo è stata concepita l’Europa.”
Umberto Curti