1 mag 2017  | Pubblicato in Ligucibario

Vivi il pesto a Genova

c'è pesto per te conferenza stampa

“C’è pesto per te”, la conferenza stampa

 

 

 

 

 

 

C’è pesto per te. Il pesto è un bene di chiunque voglia bene al pesto.
E il turismo cosiddetto “esperienziale” finalmente approda a Genova dando del tu al turista, coinvolgendolo in un racconto, anzi rendendolo protagonista in prima persona di una trama, che gli restituisca, autentici, i rumori i gesti il lavoro le tradizioni di una città che fu Superba – grazie alla leadership mercantile/finanziaria – ed ambisce a tornarlo.
L’idea, seguendo il modello Artès, appartiene a Luisa Puppo, attiva da 25 anni nel marketing e nella formazione turistica, ma soprattutto innamorata della propria città e dei sapori mediterranei. Però non è stato difficile, esplorando il sestiere di San Vincenzo, antico asse che collegava gli accessi di levante con Porta Soprana, costruire uno storyboard, un reale intreccio narrativo (Genova lo attendeva da tempo), affinché il turista possa davvero vivere un pomeriggio da genovese in mezzo ai genovesi.

Il palcoscenico è quel Mercato Orientale di colori e profumi freschissimi (basilico, persa, preböggiön…), luogo di convivio prima ancora che di commerci, il quale consente alla propria clientela fedele, ogni giorno, ricette infinite. Il pesto è quello che in città, attualmente, si posiziona number one assoluto, lo prepara Luca di “Eccellenza Ligure”, un fuoriclasse. La degustazione guidata è compito mio, che per la tutela e valorizzazione del buon pesto e dell’enogastronomia ligure combatto battaglie innumerevoli, dunque un onore più che un onere. La bottega degli utensili da cucina si conferma l’attiguo e celebre ferramenta AIMI, dove l’ospite potrà comprendere origini e utilità di un rituale, quello di mortaio e pestello, buon amico di tutte le salse liguri (pesto, agliata, noci, pinoli, marò, machetto)… Per il Pigato, bianco aromatico della DOC Riviera di Ponente che più d’ogni altro ama il pesto, ecco gli scaffali dell’enoteca Sola di piazza Colombo. E per la cena di gala e gli arrivederci “ufficiali”, quale sciamadda più viva dell’Ostaja (ex “Guglie”) di via San Vincenzo, accolti dal sorriso di Cristina Parisi e dal forno a legna dove crepitano farinate e cento altri miracoli (che definire street food pare ormai riduttivo)?
Umberto Curti

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