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Sono un fan di Gabriella Ferri. Che vini “cantava”?

Nei suoi coinvolgenti stornelli “da osteria”, un po’ alla maniera del Belli, di Pascarella e di Trilussa, la compianta Gabriella Ferri, verace romana del Testaccio, preferiva (e si può ben capire) “er vino de li castelli che questa zozza società”…

Alludeva certamente alle ruspanti bottiglie di quella che oggi è una DOC sulle colline di 23 comuni (province di Roma e Latina), i bianchi – nelle tipologie secco, amabile e frizzante – provengono da malvasia e trebbiano, i rossi e i cerasuoli – nelle tipologie secco, amabile, frizzante e novello – da cesanese, merlot, montepulciano e sangiovese.

Se ami la campagna laziale e un certo tipo di vini, che mi piace definire da trattoria in senso elogiativo, approfondisci, mi raccomando, anche la DOC Frascati (un bianco perfetto sia con la pasta alla carbonara e sia con la coratella…) e la DOC Marino (piacevolissimo vuoi con l’amatriciana e vuoi con la porchetta o l’abbacchio d’agnello…).

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