Il 3 maggio ricorre da 15 anni la “Giornata mondiale della lentezza”, e il grande Gino Veronelli, che ebbi l’onore di conoscere, scrisse “il vino è il canto della terra verso il cielo”. Con particolare piacere pubblico quindi il lavoro di una mia validissima corsista, che al vino, come vedrete, dedica qualcosa più che semplici parole… Buona lettura da Umberto Curti.
Giorgia Giordano (corso IFTS co-finanziato dall’Unione Europea “Tecniche per la promozione di prodotti e servizi turistici, con attenzione alle risorse, opportunità ed eventi del territorio” presso Sei-cpt Imperia) ha studiato Lingue e Letterature Straniere a indirizzo Turismo Culturale all’Università di Genova, e ha poi lavorato 11 anni nell’abito turistico in una biglietteria aerea. Profondamente legata alla propria città vorrebbe che anche altri, soprattutto i turisti, la vedessero con i suoi stessi occhi. Vorrei quindi avere l’opportunità, e soprattutto possedere le competenze, per valorizzarla, e creare qualche proposta di promozione veramente interessante.
INFINITE RAGIONI PER ACQUISTARE UNA BOTTIGLIA DI VINO…
INIZIAMO CON 5
Ciascuno di noi, come ben precisa il marketing, si “caratterizza” per specifici needs e/o wants. Qualunque sia l’insieme delle ragioni che ci spingono ad acquistare un determinato bene, nell’àmbito del vino possiamo opportunamente citare il famoso poeta Bukowski: “Quando sei felice bevi per festeggiare (wants). Quando sei triste bevi per dimenticare (wants). Quando non hai nulla per essere triste o felice, bevi per far accadere qualcosa (needs)”…
Qui di seguito ho individuato alcuni dei motivi che spingono ad acquistare una o più bottiglie di vino, ci riferiamo tra l’altro ad un prodotto estremamente “evocativo” anche in termini di turismo esperienziale.
Comprare per:
COLLEZIONARE
Il vino è da sempre una passione per l’uomo, tanto da essere divenuto dal secolo scorso un prodotto da collezione. Collezionare è uno stile di vita, un hobby, un investimento. Imprescindibile quindi la passione e di conseguenza la conoscenza del vino. Necessario però anche un buon capitale perché il vino da collezione costa, inutile negarlo, e conservarlo nel posto giusto pure. Si colleziona per avere una grande e rinomata cantina; si colleziona per far invecchiare un buon rosso per renderlo ancora migliore dopo alcuni anni e si colleziona per crearsi una piccola fortuna sperando che possa “crescere” nel tempo.
Il vino, come la celebre “madeleine” di Proust, rievoca un ricordo lontano. Se questo è particolarmente bello, o particolarmente importante, nasce in noi il desiderio di farlo riaffiorare alla mente attraverso un colore, un profumo o un sapore. Un particolare vino, in modo volontario o involontario, può essere artefice di intense emozioni.
FESTEGGIARE MOMENTI IMPORTANTI
Nell’antica Grecia il vino era sinonimo di civiltà (da contrapporsi al mondo barbaro che di solito consumava birra). Al consumo del vino erano legati i momenti di maggior aggregazione all’interno delle póleis greche. Di quel periodo sono non a caso i termini Simposio (letteralmente “bere insieme”) e Banchetto (pranzo sontuoso con molte persone in occasione di feste, onoranze, ricorrenze…). Questi si diffusero rapidamente anche sulla penisola italiana, dove Dioniso divenne Bacco, e assursero a pratica costante nella vita delle comunità. Oggi come allora il vino rimane un elemento di aggregazione molto importante.
FARE UN REGALO GRADITO
É davvero difficile scegliere il regalo giusto, soprattutto quando non si conosce molto bene il destinatario. Ecco dunque che subentra il vino come “panacea”… Tenendo sempre presenti alcuni aspetti importanti come: 1) il soggetto a cui si regala il vino, 2) l’occasione per cui si regala il vino e 3) il posto dove lo si compra, ecco perché sappiamo di andare sul sicuro:
– il vino è conviviale e crea situazioni piacevoli;
– il vino ha (può avere) prezzi per tutte le tasche;
– il vino è storia, cultura, tradizione, e anche racconto.
Un paio di aneddoti?
1) Perché si dice “alla salute” prima di bere? Nell’antica Grecia l’ospite di un banchetto, per rassicurare i commensali invitati che non sarebbero stati avvelenati, aveva l’abitudine di bere per primo dicendo appunto “alla salute”
2) Esisteva un tempo una bevanda formata da un mix di vino e cocaina chiamata Coca Wine. Il farmacista John Pemberton cercò di imitare tale bevanda ma il proibizionismo americano di fine ‘800 gli impose di eliminare l’alcool dal composto, così alla sua CocaWine venne tolto il vino e venne aggiunta noce di Cola, originando la famosissima CocaCola.
IDENTIFICARE UN LUOGO
Nell’estate del 2020, secondo quanto afferma un’indagine di Coldiretti, 1 turista su 2 è tornato a casa dalle vacanze portando con sé un “souvenir” (ma la parola è inadeguata e riduttiva) enogastronomico locale. Si parla principalmente di salumi, formaggi, olio evo e…vino. Un turista che acquista una bottiglia di vino lo fa per portarsi a casa qualcosa del luogo che ha visitato, e mantenere vivo il più possibile il ricordo delle vacanze… Il vino di fatto è patrimonio di un territorio e sovente ciò che lo identifica nell’immaginario comune. Una bottiglia di Barolo porta immediatamente alla mente le Langhe piemontesi (e una di Chablis alla Borgogna); una bottiglia di Negroamaro ci trasporta in Salento, e una di Cannonau nel centro di una delle isole più belle del mondo. Quale? Quella che ci regala anche seadas, porceddu…
Il vino, insomma, è territorio. Ricordàtelo, bevete poco e bevete bene.