Ho un cordone ombelicale che mi lega a Sampierdarena. Mio padre nacque nel 1915 in via Giambattista Monti 12/21 (mia nonna scambiò quelle doglie per un’indigestione), dopodiché viaggiò il mondo in lungo e in largo, persino filmando indios per nulla mansueti in Mato Grosso, ma pretese – guarda caso – d’esser sepolto al cimitero della Castagna, a pochi metri in linea d’aria dalla casa in cui aveva visto la luce 81 anni prima. L’origine è la meta, chioserebbe Karl Kraus.
A Sampierdarena mio padre si recava soprattutto per due motivi: visitare i parenti sparpagliati lungo via dei Landi ed acquistare il mitico pandolce di “Rebora”, in piazza Vittorio Veneto, ma la pasticceria gli valeva anche da pretesto per raccontarmi alcune trattorie dove in gioventù non si era fatto mancar nulla (in primis lo stoccafisso). Sampierdarena, “paese” così diverso dalla città, s’incise a tal punto nel mio immaginario di bambino che, pur abitando da sempre in “centro” (fra Albaro e la Foce) divenni, e sono, molto, ma proprio molto, sampdoriano.
Venerdì 11 gennaio, su invito dell’amica Daniela Minetti – persona che molto si spende presso la propria comunità – ho tenuto un breve speech in occasione de “La notte dei classici” presso il glorioso liceo Mazzini di via Reti. Mi sono trovato in ottima compagnia, tra Francesca Passano di Soprintendenza Liguria, Giacomo Montanari docente di storia dell’arte e dei beni culturali, Manuela Arata già direttore del Festival della scienza, ed ho parlato del mio curriculum di studi (una vita fa frequentai il “gloriosissimo” liceo classico D’Oria), della professione che svolgo (dopotutto non estranea a quegli studi), e del concetto di genius loci, così importante per la tutela e la valorizzazione dei territori e delle identità, lato sensu culturali, che vi si perpetuano.
Al termine della tavola rotonda mi sono trasferito ai piani superiori del plesso scolastico, dove gli studenti della II B accompagnavano i visitatori lungo un percorso di scoperta delle numerose e famose ville storiche di Sampierdarena. Presumibilmente con un budget ridotto, mi è stata tuttavia offerta un’esperienza meravigliosa e per così dire ipertestuale, che mi ha sorpreso e commosso, dietro la quale s’intravvedeva un grande lavoro da parte dei docenti e dei loro ragazzi. I quali, con vera passione, hanno raccontato frammenti di storia locale, intervallandoli con – riuscite – performance teatrali, rievocatrici di un tempo in cui le famiglie patrizie edificavano dimore fastose per la propria quotidianità o per la propria villeggiatura. Al termine del “tour”, una studentessa ha sottolineato quanto Sampierdarena sia stata protagonista ma anche “vittima” dell’industrializzazione, che ne ha sconvolto le fisionomie litoranee e socioeconomiche, e quanto sia importante percepire – e tutelare – la bellezza che ancora sopravvive intorno a noi, proprio perché fragile e transeunte. Parole che, in bocca ad una diciassettenne, suonano ancora più meritorie e convincenti.
Io ringrazio di cuore tutti coloro, a cominciare da Daniela Minetti sino al preside Professor Predieri ed ai ragazzi che mi hanno accompagnato nel viaggio di venerdì scorso, che mi hanno consentito una notte davvero “classica”, per atmosfere e contenuti, immerso fra giovani che poco hanno “recitato”, dato che quanto narravano era – si avvertiva – parte autentica delle loro persone. Li abbraccio idealmente uno ad uno.
Pertanto mi piace concludere con una nota che spero possa suonare gradita ed utile: spinto da pure e semplici ragioni affettive, legate anche al ricordo di mio padre, e da puro e semplice spirito di servizio, senza nulla chiedere in cambio, qualora le mie competenze ed esperienze possano riuscire utili, mi pongo a disposizione di, e attraverso, Daniela Minetti, per uno o più progetti che traguardassero la difesa e promozione di Sampierdarena, luogo oggi dalle molte emergenze ma anche, Deogratias ancora, dalle molte eccellenze. Il mio àmbito di specializzazione, come alcuni sanno specialmente se consultano Ligucibario, è da tanti anni l’etno-gastronomia, la storia dell’alimentazione e delle tradizioni produttive, connessa ad attività di marketing e formazione turistica. Se potrò esser utile, contate su di me (e di riflesso su Luisa Puppo, non a caso Ambasciatrice di Genova nel mondo, ma pur sempre mia socia e mia moglie, purtroppo genoana dato che la perfezione non attiene a questo mondo).
Ad maiora, amici.
Umberto Curti