20 apr 2021  | Pubblicato in Ligucibario

Una Giornata per la Terra

un oliveto a lavagna

un oliveto a lavagna

22 aprile: la Giornata della Terra (Earth Day) è la ricorrenza in cui si celebrano l’ambiente e la tutela del pianeta che – malgrado tutto – ci ospita.

Essa cade, ogni anno, un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera, ovvero il 22 aprile. Questa “data” intende – oggi come ieri – sensibilizzare il maggior numero di Paesi, e attualmente vi partecipano in 193. La Giornata peraltro originò, nel 1962, dall’uscita del libro – che poi avrebbe avuto enorme successo – Primavera silenziosa, sorta di audace manifesto ambientalista redatto dalla bio-zoologa Rachel Carson (1907-1964); successivamente, 7 anni dopo, durante un evento UNESCO a San Francisco, l’instancabile attivista John McConnell (1915-2012) ipotizzò una vera e propria giornata per rendere omaggio alla Terra, ai valori di pace e di equilibrio ecologico, ed essa venne recepita e istituita dall’ONU nel 1970. Oggi quella preziosa intuizione è divenuta un momento a pieno titolo formativo, indispensabile per analizzare – direttamente o indirettamente, ma tout se tient – le criticità che affliggono il pianeta: l’inquinamento, la distruzione delle biodiversità, i cambiamenti climatici, gli abusi edilizi, il dissesto idrogeologico, l’abbandono di aree e borghi montani, l’esaurimento delle fonti d’energia non rinnovabili, gli incendi boschivi e le deforestazioni, lo stress idrico, lo spreco alimentare…

Giornata della Terra e Covid: riflessioni e proposte

Chi, come me, si occupi di turismo, terroir, patrimoni enogastronomici, made in Italy autentico, quest’anno attribuisce alla Giornata della Terra un significato forse ancora più cogente. Il covid – e quel post-covid che tanto agogniamo – impone infatti tutta una serie di ripensamenti non solo quanto a stili di vita quotidiani, ma “collateralmente” anche in termini di attività professionali, viaggi di vacanza e di lavoro, relazioni sociali…

Ligucibario osserva con infinito piacere l’interesse di alcuni giovani per un ritorno all’agricoltura, alla pesca, finanche alla pastorizia, e ad alcuni antichi mestieri (duri sin che si voglia) a rischio estinzione. La follia del consumismo e dei profitti a qualunque costo va ogni giorno rivelando – a chi abbia occhi – il proprio vero aspetto, imponendo pseudo-modelli valoriali che in realtà degradano l’individuo a mero acquirente, concedendogli sempre meno tempo per riflettere. In questi giorni sto leggendo un romanzo di Alessandro Robecchi (Flora, editore Sellerio) che per certi aspetti andrebbe adottato nelle scuole superiori, tanto svela – col pretesto di una riuscita trama thriller – i guasti dell’attuale civiltà mediatica, liquida, spietata, che tutto subordina agli imperativi spregiudicati dell’audience e della vendita di pubblicità.

Mangiare: un atto politico

Da anni ed anni vado ripetendo che anche “mangiare” (così come viaggiare) assurge già in sé ad atto “politico”: se le nostre scelte sono consapevoli (filiere brevi, cultivar autoctone, grani antichi, vini puliti, ricette della memoria…) noi infatti gioviamo al pianeta; se sono ignare e frettolose tutto l’opposto. Solo la conoscenza ci permette di fuoriuscire dai greggi-target, dove in realtà ogni componente – scrutato da un grande fratello – è isolato, vulnerabile, smarrito, in lotta con gli altri.

Valga dunque, la Giornata della Terra 2021, a ribadire l’improcrastinabilità di alcune scelte, su scala mondiale tanto quanto locale, per proteggere anziché distruggere quel che ci rimane, per garantire un avvenire alla bellezza. Purtroppo, se non riusciremo a trarne qualche insegnamento (e penso anzitutto ai giovani), la pandemia stessa non lascerà altro che macerie. A quali cittadini del mondo intendiamo passare il testimone?

Umberto Curti

…Mi scrive oggi, 22 aprile, un mio corsista, che proviene da un continente troppo spesso violentato, e che ringrazio per i pensieri alti che rivolge al tema e per le belle parole che indirizza a me, commuovendomi:

“Cordiali saluti Prof. Curti Umberto. Condivido con lei il mio piccolo commento sul tuo articolo “Earth Day”. Le mie scuse per la mia povertà della lingua italiana. È solo un contributo al tuo articolo. Il tuo articolo sulla “Giornata della Terra” che ho appena letto con interesse mi ricorda l’enciclica di Papa Francesco “Laudato si'” (pubblicata nel 2015) che ha fatto scorrere molto inchiostro e saliva a causa della sua natura teologica, ecologica e scientifica. Questa enciclica chiede semplicemente una risposta alla sfida urgente di proteggere la nostra casa comune (la terra) raccomandando di rinunciare all’individualismo, all’avidità egocentrica… Invita alla consapevolezza per la promozione della solidarietà sociale e del bene comune. L’articolo “Earth Day” di Curti non ha mancato di evocare in modo particolare questo aspetto: “Da anni ed da anni vado ripetendo che anche mangiare (così come viaggiare) assurge già in sé ad atto “politico”: se le nostre scelte sono consapevoli…noi gioviamo al pianeta. Solo la conoscenza ci permette di fuoriuscire dai greggi-target…” E così dobbiamo capire che consapevolezza e conoscenza restano l’anima del nostro benessere e di quello della terra. È un diritto e un dovere per ogni inquilino della terra. Concludo con questa citazione di Kofi Annan “La conoscenza è potere. L’informazione è liberatoria. L’educazione è il primo passo in progresso, in ogni società, in ogni famiglia”.
Tutta la mia gratitudine a Curti Umberto per il suo tocco personale ed efficace nell’educare le coscienze attraverso la conoscenza. Amour Brice Tometin

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