25 nov 2021  | Pubblicato in Ligucibario

Umberto Curti intervista Luigi Pestarino

luigi pestarino, coop liguria

luigi pestarino, coop liguria

Videotestimonianza preziosa, quella di Luigi Pestarino, Responsabile marketing di COOP Liguria, ieri 24 novembre al corso IFTS agroalimentare presso Scuola Edile CPT di Imperia.

L’iniziativa, fortemente voluta da Luisa Puppo e da me, è valsa a rappresentare in primis ai corsisti l’incontro – intenso, convinto e vincente – fra una Cooperativa d’ampie dimensioni ed i prodotti locali. Ma Luigi Pestarino ha inteso sùbito sottolineare come ciò accada come output di un progetto complessivo a monte, come esito di quella relazione “genetica” che da sempre COOP intrattiene col territorio, rafforzando una reciprocità sociale che s’esprime in più settori e a più livelli. In ciò risiede anzitutto la competitività della compagine.

La Liguria è storicamente un tessuto di piccole imprese, sovente a management famigliare, che perpetua – per così dire – saperi e sapori. I recenti decenni hanno brutalmente accelerato turbolenze e deregulation d’ogni tipo. Tuttavia oggi il grande pubblico va mostrando crescenti attenzioni verso filiere e prodotti che propongano i crismi di una “artigianalità” al passo con i tempi, i plusvalori dell’etica, della sostenibilità, del genius loci, del buonessere. COOP Liguria, attraverso molteplici forme d’intelligence, individua tali prodotti e – ove necessario – affianca l’azienda produttrice in un percorso di costante e condiviso miglioramento.

Poiché si tratta sovente di eccellenze (pastifici, caseifici…), lo sforzo comunicativo – pubblico e imprenditoriale – dovrà far sì che il brand Liguria via via venga meglio percepito fuori dai confini regionali, a valle di sinergie le quali, auspicabilmente, releghino il famoso o famigerato “maniman” fra le espressioni di malaugurio cui sin da oggi rinunciare. E lo sostituiscano con un’attitudine allo storytelling che compiutamente narri quel che siamo e realizziamo. Gli strumenti sono già ora molteplici, dall’etichettatura sui prodotti ai magazine nei punti vendita, dai roadswhow istituzionali al pianeta web-social…

Poiché – aggiungo io – anche alcuni progetti europei vanno focalizzando le migliori strategie per un incontro più efficace tra prodotti “di nicchia” (espressione che non amo) e consumatori su scala nazionale/internazionale, l’intreccio sarà poi di natura anche turistica, perché sperimentare in loco, “dal vivo”, l’artigianato e il food è una delle dimensioni più attrattive, autentiche e fidelizzanti.

Luigi Pestarino ha poi prefigurato alcuni dei fabbisogni occupazionali che gli anni a venire indurranno nella grande distribuzione. Da un lato inservienti al banco sempre più formati – anche tramite affiancamenti – ad interagire col cliente ad es. in termini di qualità alimentare e di aspetti nutrizionali, dall’altro figure del digitale, idonee ad ottimizzare l’e-commerce e il dialogo online coi consumatori, per una customer satisfaction sempre più mirata e responsabile.

Infine, Luigi Pestarino ha dedicato alcune parole – non gratuite – al proprio percorso professionale, da molti, molti anni al servizio di una realtà ch’egli sente come “propria”, e che racconta non a caso con passione. Essendo padre e nonno, vive poi una proiezione anche famigliare verso il domani, e se mangiare si conferma un atto pienamente “politico” e agricolo le nostre abitudini quotidiane potranno giovane o viceversa nuocere grandemente al pianeta che ci ospita (di cui non siamo i proprietari). Dal cambiamento climatico all’inquinamento da plastiche, dalle emergenze pandemiche al trash food i temi e le urgenze sarebbero – sono – mille, compreso ciò che decidiamo di caricare o non caricare dentro i carrelli della spesa.

I corsisti, che non hanno lesinato domande (dalla proposta di prodotti sfusi sino al reinvestimento degli utili), hanno davvero mostrato di gradire.

Grazie, Luigi. In alto i cuori e avanti i carri.

Umberto Curti
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