Si è concluso il 15 luglio il positivo ciclo di webinar “Far ripartire il turismo, da protagonista” organizzato dall’insieme dei sistemi camerali liguri con Isnart.
Ai 3 appuntamenti si sono iscritte nel complesso oltre 200 persone e attività, relativamente ad una filiera, assai ampia, che anche in Italia riveste un ruolo socioeconomico ed occupazionale rilevantissimo.
Il 7 luglio Emma Taveri ha approfondito, fornendo preziosi dati, alcuni scenari post-covid, evidenziando gli inevitabili mutamenti nel “sentiment” della domanda turistica, ma insieme confermando alcuni trend già in essere prima dell’emergenza pandemica: in particolare il turismo come momento “trasformazionale” per il benessere e la crescita della persona, la fruizione “lenta” della natura e di paesaggi intatti come “nuovo lusso”, la richiesta di aree e destinazioni ben infrastrutturate e ben servite. Emma Taveri ha infine sottolineato come – oggi più che mai – ogni località sia chiamata ad individuare uno specifico why grazie al quale distinguersi e promuoversi.
Il 10 luglio Roberta Milano ha percorso in lungo e in largo la diade turismo-web (e la meta turistica in base alla presenza online). Ha opportunamente insistito sul concetto di relazione a 2 vie, che sempre più deve unire imprese ed ospiti, al fine di mantenere i contatti in essere e rinnovarne ulteriori. Il web in tal senso è solo un mezzo e non l’unico, in un contesto nel quale recuperare alcune metafore del marketing, e far sì che l’impresa non sia più il cacciatore che cattura un cliente, bensì il giardiniere che fertilizza continue e leali interazioni col proprio mercato. Occorre, da parte di tutti, finalmente un bagno di realismo: web e social sono oggi piattaforme su cui anzitutto valgono le condivisioni, i suggerimenti, i contenuti generati dagli utenti stessi in base alle esperienze che vivono o cui aspirano… Esperienze gastronomiche, sportive, culturali, escursionistiche… Occorre perciò “ascoltarne” i passaparola, le recensioni, i video, le foto di viaggio, i feedback. Ed occorre sagacemente “ingaggiarli”, affinché l’interazione sia, come detto, bidirezionale e proficua (ogni cliente è diverso, ogni luogo è diverso).
Il 15 luglio Cinzia Fiore e Luciano Ippolito infine sono stati prodighi di spunti circa il tema della qualità “dentro” l’attuale epoca di virus e di restrizioni sanitarie, che ha provocato chiusure, cancellazioni, stop d’ogni genere, ripensamenti e riconversioni (si pensi al ristorante che ha lavorato con asporto e delivery). Risulta ancora una volta fondamentale non interrompere la relazione coi propri target, comunicare al meglio le riaperture, gestire dinamiche e commenti… Come ovvio, la sicurezza è la prima conditio per riavviare il lavoro, il turismo – come noto – è settore high touch ad alta intensità di contatti, dunque le macroaree dell’accoglienza sono caso per caso gli ingressi, le reception, gli ambienti e le fasi del servizio… Un approccio puramente sanitario è doveroso ma non sarebbe sufficiente, occorre infatti – attraverso le nuove regole e limitazioni – confermare l’identità del proprio prodotto, erogare un’ospitalità che dia fiducia, rinsaldare in sicurezza quella convivialità che fa del turismo (in hotel, in spiaggia, in fattoria didattica, in piscina…) il luogo dell’incontro.
Luisa Puppo ha moderato tutti i webinar, e naturalmente da par suo ha contestualizzato molti input sul caso Liguria (territorio su cui opera come consulente da 25 anni), coordinando anche i vivaci question time che hanno concluso tutte le sedute di lavoro. Affiorano più di prima, in termini di ripartenza, sia l’urgenza di comunicare la sostenibilità come vero plusvalore di un’offerta, perché i territori green dimostrano in questi momenti traumatici di possedere una carta in più da giocare, sia (last not least!) l’urgenza di coinvolgere le imprese nella formazione, tanto più viste le mille opportunità gratuite, perché chi non parla le lingue del mercato, chi làtita su web e social, chi non pratica un idoneo storytelling (di ciò che è e fa) rischierà di uscire definitivamente dalla competizione. Non vi sono più attenuanti: l’impresa che non evolve, l’impresa che non si forma, che non si pone in gioco e non fa rete è ormai un’impresa che purtroppo “subisce” i fenomeni, non fronteggia la concorrenza, comunica troppo sporadicamente e/o isolatamente.
I cambiamenti, e la tecnologia che li affianca o li produce, notoriamente non attendono i ritardatari.
Umberto Curti