27 apr 2022  | Pubblicato in Ligucibario

Turismo esperienziale, il format di Umberto Curti

stampi corzettiPresso il Polo universitario imperiese si è svolta la 6^ e terzultima lezione del Laboratorio esperienziale “Turismo dei saperi e dei sapori”, originato da un accordo fra il dipartimento di Economia (corso in Scienze del turismo) e CNA Liguria.
La sessione di lavoro è risultata fra le più centrali e determinanti, in quanto il docente Umberto Curti ha illustrato all’aula, già orientata da precedenti metodologie ad hoc, il format consulenziale che concretamente utilizza con territori e imprese, per la valorizzazione a fini turistici di giacimenti culturali, dell’artigianato, enogastronomici…
Tale format, che impegna l’aula su un mini-project operativo e realistico, poggia su alcuni assunti che, negli anni, la mia società ha messo a fuoco e quotidianamente privilegiato.
In primis, ormai non può pienamente dirsi offerta turistica “esperienziale” una semplice visita, ad esempio, ad un salumificio, e il successivo assaggio di prodotti, che giocoforza tende a relegare i partecipanti (che verosimilmente poco sanno di norcineria) in un ruolo ancora passivo e generico.
In un mercato caotico e digitalmente sempre più accelerato, un’offerta turistica esperienziale riesce competitiva se conferma al proprio interno alcuni caratteri differenzianti, che peraltro si conformano al marketing (targeting) e al buon senso. Ne sintetizzo quantomeno tre o quattro, a cui si collegano gli altri:
1)l’ospite va chiamato e guidato all’azione, l’ospite – accolto e ingaggiato da figure di coordinamento a ciò formate – svolge un’attività in prima persona (cuce, seleziona, modella, cucina, dipinge…);
2)in tal senso, l’ospite acquisisce una competenza, familiarizza con un sapere locale, sovente nell’àmbito crafts&food (ceramica, arte vetraria, filigrana, pratiche agricole, esecuzione di ricette…);
3)la dimensione sensoriale, relazionale, interattiva dev’essere costantemente incentivata e monitorata, perché – seguendo un detto, forse di Confucio – “chi ascolta dimentica, chi vede ricorda, ma chi fa (dal vivo, materialmente) capisce”. Le aziende coinvolte debbono raccontar bene se stesse, ciò che sono, prima ancora di ciò che fanno. E ciò riveste un valore anche fidelizzante, specie nei bacini di provenienza di prossimità;
4)quanto sopra deve riverberarsi anche online, possibilmente conoscendo le lingue del mercato (do you speak English, Liguria?).
La lezione di Umberto Curti, persona che conosco bene, ha ripercorso tali e quali questi concetti, sensibilizzando l’aula, esortandola alla miglior creatività (che è originalità di scelte ma non stravaganza), e commissionando di fatto i lavori che andranno consegnati a fine Laboratorio. Anche in vista dell’animato evento “conclusivo” (di metà giugno?) che, come noto, si svolgerà a Sassello (SV), uno dei luoghi più green dell’entroterra ligure, non a caso prima “bandiera arancione” d’Italia…

Luisa Puppo

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