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Nuove voci sull’alfabeto del gusto di Ligucibario

Nuove voci sull'alfabeto del gusto di Ligucibario
Amici lettori, 10 nuove “voci” arricchiscono da qualche giorno l’alfabeto del gusto di Ligucibario®. Si tratta di Sandro Oddo, Sandro Lagomarsini, Valter Longo, Gino Veronelli, Paolo Monelli, Mario Soldati, Fiorenzo Toso, Maurizio Caranza, Annibale Salsa e Lucetto Ramella. Storici, parroci, biogerontologi, enogastronomi, giornalisti, dialettologi, sindaci…, ciascuno evidentemente con un “legame” diretto o indiretto verso la ...

Ramella, Lucetto

“Cantore” di Oneglia, della sua storia, del parlato locale, del folklore, è mancato quasi centenario nel 2014. Lucetto Ramella ci ha lasciato una mirabile saggistica (quasi tutta edita da Dominici), dove approfondire, fra l’altro, anche le principali tradizioni gastronomiche imperiesi. Ligucibario®, non a caso, lo menziona ripetutamente. Ecco un suo classico storytelling: “ll giorno di ...

A Carnevale dolci bugie

A Carnevale dolci bugie
Carnevale (quest’anno dal 13 febbraio al 1° marzo), le maschere, le sfilate dei carri allegorici, le burle giocose, i colori, ognuno di noi lega a questa festa immagini, suoni e ricordi personali, peculiari. Festa nella quale il cibo valeva e vale ancor più che nelle altre, in primis i fritti di strada, ed era così ...

Zerarìa

Antico piatto/salume “arabeggiante”, con vitello e maiale (le parti “meno nobili”) più o meno in egual quantità, prevede pepe, alloro, foglie di limone su cui disporre la carne, zafferano per aromatizzare la gelatina. Il lesso, dopo circa 4 ore di ebollizione, viene disossato e raffreddato ...

Piscialandrea (sardenaira)

I liguri inventori della pizza? Beh, questo tegame (detto sardenaira se v’entrano le sardine – o il machetto – ) odoroso d’origano ecc. non è una focaccia e potrebbe rappresentare definitivamente una risposta, quantunque il nome non derivi dal nome di battesimo dell’ammiraglio onegliese Andrea ...

Farinata di ceci

Antichissima, la farinata era detta “l’oro di Genova”. È un piatto semplicissimo e al contempo delizioso, che si consumava per il venerdì di magro e il capodanno. Non solo ligure, dato che lo chiamano “calda calda” a Massa, “bella calda” in Piemonte, “cecina” a Pisa/Livorno ...