Venerdì 29 aprile presso il Polo universitario d’Imperia si è svolta a cura di Umberto Curti la 7^ lezione del Laboratorio esperienziale “Turismo dei saperi e dei sapori”, che da 5 anni origina da un protocollo quadro fra il dipartimento di Economia (corso in Scienze del turismo) e CNA Liguria. Il Laboratorio volge al termine, e l’aula si sta cimentando – e rafforzando – coi project work individuali, propedeutici anche all’evento finale che si terrà in Sassello (SV), verosimilmente ad inizio luglio…
La 7^ lezione, a mo’ di compendio di quanto svolto in precedenza (SWOT analysis, griglie di competitività, ideazione di itinerari…), ha indagato le principali strategie con cui concretamente “vendere” una destinazione turistica, affacciandosi, come ormai oggi avviene, su mercati sempre più competitivi e deregolamentati… Ma la cooperazione pubblico-privata si conferma sempre indispensabile, per dar vita a promozioni efficaci, su cui gli investimenti above (pubblicitari) e below the line (fiere, PR…) possano convergere.
I recenti decenni hanno peraltro costituito una sorta di era geologica, che ha messo in discussione molte delle convinzioni formatesi in precedenza. La “sbornia” del web (e poi dei social), le offerte last minute, i voli low cost, l’ingresso di nuovi competitor, l’affermarsi delle OTA, i diktat del turismo esperienziale…hanno coinvolto anche la Liguria, terra soprattutto di microimprese turistico-commerciali a gestione famigliare, per le quali la rivoluzione del marketing (e del management) non è sempre – per così dire – prassi acquisibile in quattro e quattr’otto. Nondimeno, a maggior ragione fuoriuscendo dalla pandemia che per 2 anni ha travolto il mondo, guardare al bicchiere mezzo pieno è doveroso e proficuo.
La 7^ lezione ha quindi ancora una volta sottolineato la centralità del made in Italy nell’offerta turistica migliore, quella che sancì primati per l’Italia, il ruolo delle produzioni locali, delle botteghe artigiane dove il lavoro sovente è ancora manualità e passione, della biodiversità e della sostenibilità che rendono il cibo peculiare e pulito. Il ruolo delle cultivar autoctone, del “buonessere” mediterraneo (l’ulivo la vite i cereali), di quel genius loci che gli ospiti entrando in Italia e in Liguria chiedono di conoscere, relazionandosi con i nostri magici borghi, le nostre comunità, ed i nostri saperi (siano essi ceramica, filigrana, arte vetraria, tessitura…).
Luisa Puppo