Mi sono concesso con Luisa 2 giorni di “distacco” pasquale, ma a metà fra svago e lavoro. Li ho infatti trascorsi a Carrara, la capitale del marmo, per approfondire il tema dei mortai (…dove noi liguri battiamo soprattutto il pesto) e del lardo di Colonnata.
Carrara è una città non troppo turistica, dove fra l’altro alla stazione ferroviaria di Avenza non riesce così immediato, il venerdì, recuperare un taxi che conduca verso il centro.
Centro che si sviluppa “attorno” a piazza Alberica, forse il luogo dall’impatto più affascinante, all’austero Duomo intitolato a Sant’Andrea, e al castello Cybo-Malaspina. Suggestivo anche il percorso lungo la via Carriona partendo dal ponte della Bugia (lume ad olio), ricca di portali che raccontano botteghe artigiane di un tempo forse più fecondo dell’attuale. Purtroppo, la città è molto sporca (il che, detto da un genovese…), e quasi tutti i muri sono graffitati, qui e là purtroppo campeggiano anche insulti politici, minacce, bestemmie.
Sabato pomeriggio con l’autolinea 52 ho poi comodamente raggiunto in 6-7 minuti il Museo civico del marmo (viale XX settembre, loc. Stadio).
Non so quanto sia visitato, l’ingresso costa 5,00 euro, dunque una modica cifra. Il personale è accogliente, e alcuni video (che suggerisco di visionare ante visita e non post) approfondiscono il tema per cui questo museo è specificamente nato: ovvero l’estrazione, il trasporto e la lavorazione del marmo, ivi incluse le durissime condizioni di lavoro dei secoli addietro, quando la tecnologia supportava modestamente i lavoratori. La parte espositiva è un po’ datata, poco mossa, e non vi sono momenti di una qualche interattività, ma il Museo risulta comunque imprescindibile per chiunque voglia capire la storia economica del luogo (in primis per me, che anni fa ho scritto Il cibo in Liguria dalla preistoria all’età romana, occupandomi anche di Luni). Infine (last but not least) andrebbe un minimo potenziato, anche in senso oggettistico, il bookshop, dove oggi figurano solo pochi libri, e di fatto nient’altro.
Per quanto riguarda le risorse ricettive cui mi sono appoggiato, consiglio senza indugi il b&b Carrara Bella (via del Mercato 3), in pieno downtown, gestito dalla premurosa Svitlana, che ha ridato vita a un edificio realizzando camere con bagno – pulite e silenziose – di forte personalità (magnifica anche la terrazza).
Venerdì sera ho cenato alla Osteria della capinera (via Giuseppe Ulivi 8), una vera osteria dai sapori decisi, dove il menu poggia su robusti tortelli, lasagnette, trippe, taglieri misti, e dove con Luisa ho spartito un piacevolissimo Vermentino nero “Terre apuane”.
Sabato a pranzo mi sono seduto presso il luminoso e lindo Panificio del Politeama (piazza Matteotti 28), la cui cucina prepara ottimi piatti del giorno fra cui testaroli e tagliatelle, nonché insalate e ampi taglieri (il lardo di Colonnata si scio-glie-va in bocca), ma Luisa ha gradito particolarmente l’assaggio di torte di verdura, accompagnato da un Bolgheri “Guado al tasso” di Antinori bianco, propostoci da un cameriere assolutamente premuroso.
Sabato la cena ci ha infine condotti da Merope’s Steakhouse (via Giuseppe Ulivi 2A), intrigante tempio delle carni, per un trionfo di hamburger che abbiamo accompagnato con verdure stufate, cannellini cipolla-e-pepe e splendida birra Blue’s wolf (stile scotch ale) dell’azienda “Montelupo”. Molto, molto gentile il servizio ai tavoli.
Arrivederci a Massa?