La birra racconta una storia molto antica. A maggior ragione in Liguria, tenendo presente che i Liguri abitavano un territorio – dall’Arno all’Ebro? – molto maggiore rispetto all’attuale, e che i Celti cisalpini tra Piemonte e Liguria riservarono alla birra grandi attenzioni almeno fino all’affermazione dell’uva, via via coltivata tra media età del Ferro (VI-V sec. a. C.) ed età romana. Su tali “archeotematiche” (dato che siamo ciò che mangiammo e bevemmo…) segnalo – fra i più rimarchevoli – un intervento di Filippo Maria Gambari al link http://www.archeobologna.beniculturali.it/pubblicazioni/gambari_birra.htm
La birra sta vivendo stagioni felicissime. Le produzioni artigianali hanno progressivamente attecchito anche in Liguria, a Millesimo, a Sassello, a Genova, nel Golfo della Spezia, a Maissana…, amico lettore di Ligucibario® se sei un adepto trovi un mio ampio viaggio, e le mie predilezioni, sul n. 5 del magazine bimestrale “LiguriaFood”, edito da Sabatelli (Savona).
Luisa Puppo, esperta di birre artigianali e nota foodteller, intorno alla birra sta lavorando specificamente onde farne anche il centro di attività di team building, durante riunioni e meeting. La birra, infatti, contiene innumerevoli significati etno-gastronomici, e permette un racconto “organolettico” quanto mai coinvolgente, sia in direzione di pubblici italiani sia stranieri.
Mercoledì 8 gennaio i magnifici spazi del MOG di Genova sono stati dunque teatro ideale per uno storytelling che Luisa Puppo ha dedicato alle produzioni di Maltus Faber, culminato naturalmente con una degustazione guidata, incluso un gaming alla cieca fasciando le bottiglie con carta stagnola. Molto partecipe il tavolo dei convenuti, circa una ventina, magistralmente organizzati dalla event manager Lisa Selva (Double Em), e magistralmente serviti dallo staff di MOG.
Maltus Faber brassifica in Genova (Fegino in Val Polcevera), ed il marchio aziendale, con la medievale Porta dei Vacca che a lungo diede accesso alla Superba, lo “certifica”. Gli impianti, con annesso spaccio, possono ricevere tour di appassionati previo contatto di prenotazione. Maltus Faber “eredita” quella che cent’anni prima fu la sede di Birra Cervisia, ma i progetti sono ben più nuovi e adeguati ai tempi. L’azienda di Fausto e Massimo è attiva da appena un decennio, ma ha già ottenuto premi e segnalazioni, affermandosi in occasione di eventi e su guide di settore e online. Impiega solo ed esclusivamente ingredienti “tradizionali” (malto, luppolo, lievito e acqua), con un occhio di riguardo al metodo ad alta fermentazione ispirato al belga, che crea birre vitali, sane, nitide, molto autentiche. Un biglietto da visita inconfondibile, tenuto anche conto che Maltus Faber non ricorre ad aromatizzazioni (spezie, agrumi…) ma giostra con successo sulle sole selezione e combinazione di luppoli, malti e lieviti.
Per l’evento al MOG Luisa Puppo ha selezionato la Blanche, la Cippa L’Ipa e la Triple, che, pur diversissime tra loro, a turno hanno entusiasmato gli assaggiatori – in sinergia con qualche quadrotto di ottima focaccia genovese che tuttavia non li appesantisse troppo, in vista della cena… – . Una triade di birre evolute, interessanti anche nei possibili abbinamenti al cibo, dato che la birra ha ormai meritatamente acquisito una “dignità” pari al vino, e i migliori ristoranti finalmente la propongono come avvenente sposa ai loro piatti…
Quanto a Luisa Puppo, beh la nostra infaticabile una ne fa e cento ne pensa. E quale luogo migliore del MOG di Genova per costruire intorno al food una cultura della qualità e del buonessere?
Santé, mes amis, et à bien tôt
Umberto Curti