25 nov 2021  | Pubblicato in Ligucibario

La torta Sacripantina e il futuro di Genova

smartNei giorni scorsi presso il Palazzo della Borsa (mentre fuori strepitava lungo via XX settembre l’ennesimo corteo, non so se no-vax, no-mask, no-greenpass o che altro…) ho visitato la piccola, seducente mostra sui 170 anni di storia dell’azienda dolciaria “Preti”, nata a Genova a metà ‘800 (come liquoreria), dall’abnegazione e dalla creatività di un pasticcere che teneva bottega in via Caffaro, angolo piazza Portello, downtown. Salotto borghese e risorgimentale. Mentre percorrevo pannelli, foto, réclame pubblicitarie, orgogliose testimonianze di un’idea d’impresa via via rivelatasi vincente ben oltre i confini locali, la mente andava anche alla città in cui vivo oggi…

Io mi occupo di marketing turistico e di valorizzazione enogastronomica, sono uso basarmi anzitutto sui numeri. Di recente ho letto l’analisi del genovese Francesco Gastaldi, docente associato di Urbanistica alla IUAV di Venezia, la quale impietosamente conferma per Genova una lenta, ma costante e progressiva perdita di residenti (qui un link), che presumo soprattutto l’abbandonino a causa dello scarso dinamismo economico (ergo scarse opportunità occupazionali).
A tale analisi sovrappongo poi il ben modesto piazzamento della città (40^) nella classifica 2021 della qualità della vita in Italia, rilevazione giunta al 23° anno (qui un link), la quale sancisce risultati non positivi anche per Savona, La Spezia e Imperia.
E a tale classifica affianco infine l’allarme di CGIL, secondo cui se non si utilizzeranno idoneamente i fondi Pnnr, la Liguria rischierà di risultare non più che una periferia produttiva, tagliata fuori dal cosiddetto triangolo industriale (qui un link)…
E tutto ciò “stride” con quel che – lungo il periplo espositivo della mostra su “Preti” – mi scorreva sotto gli occhi, perché quella storia di “Preti” che leggevo (tra investimenti industriali, premi e riconoscimenti, deliziose ricette “brevettate”…) rievocava una città ancora “superba”, vivissima, proiettata in avanti. Di “Preti” mi sono ripetutamente occupato, sovente segnalando nei miei corsi il meritorio utilizzo di lievito madre (qui un link) che l’azienda riserva al proprio pandolce, ai biscotti del Lagaccio e ai biscotti (bis-cotti) Salute. Tradizione e artigianato top di gamma. Ho scritto molto – qui dentro Ligucibario® – anche di torta Sacripantina, gran bel nome “letterario”, copiatissima leccornia, che reputo uno dei dolci concettualmente più ricchi e appaganti dell’intero ricettario ligure e che…crea dipendenza fra i candidati al girone dantesco dei golosi*.
Lasciatemi dunque concludere, amici Lettori, con note liete. Forse sarebbe bene, pensando alla Genova del futuro, che noi tutti facessimo più tesoro degli insegnamenti del passato, che prendessimo spunto da queste mostre e da queste bellissime case-history, le quali ci narrano fatturato, occupazione, buone prassi, intraprendenza, dedizione, qualità produttiva, senso del territorio, innovazione… Spero che gli insegnanti vi abbiano condotto molte scolaresche, l’occasione era, come si suol dire, ghiotta da ogni punto di vista.
* la Sacripantina ovviamente figura anche nel mio Abbecedario della cucina ligure, dal 26 novembre nelle edicole con “Il Secolo XIX”…

Umberto Curti
umberto curti

 

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