Come promesso vorrei raccontare una storia che parli di come il cioccolato conobbe il temperaggio. Naturalmente questa storia di fantasia ha il solo scopo di rivelare ai bambini il processo chimico alla base di una buona realizzazione della maggior parte delle ricette col cioccolato. Per un cioccolato da favola ci vuole una favola di cioccolato!
Molto tempo fa, quando i topi portavano gli zoccoli, il Cioccolato in pezzi non era una gran bellezza. Opaco e biancastro, molto spesso era segnato da striature grigie o rossastre. Nonostante il suo aspetto poco invitante, era tuttavia assai apprezzato da chi andava al di là delle apparenze.
Era triste per il Cioccolato udire ogni volta i commenti maligni dei suoi colleghi, ma cercava di non ascoltarli e si faceva coraggio pensando a chi invece trovava incantevole il suo aroma, che si spandeva lentamente nel palato, regalando ogni volta nuove emozioni. Un giorno, però, qualcuno di molto invidioso, forse la frutta caramellata, forse una cugina della chantilly, volle giocargli un brutto scherzo e lo convinse a mettersi in viaggio.
Il Malvagio Dolcetto voleva convincere il Cioccolato che, tornando nelle Americhe dov’era nato, il suo aspetto sarebbe migliorato. “Qui in Europa sei diventato troppo pallido, non ti fa bene questo clima!” gli disse con convinzione, “Prenditi una vacanza! Vedrai, il sole delle Americhe ti farà bene!”
Il Cioccolato, contento del prezioso consiglio, partì con una barchetta diretto in America, ma il Maligno Dolcetto convinse il sole ad ardere più intensamente: voleva sciogliere per sempre quell’odioso straniero, così diverso da tutti i dolci europei!
Cominciò a fare molto caldo, ma il sole non era uno sprovveduto. Non poteva certo dar fuoco alla Terra per accontentare un Dolcetto che gli aveva promesso torte di compleanno per tutta la vita! Così riscaldò solo l’acqua degli oceani, quel tanto che bastava per sciogliere il Cioccolato. E infatti il pezzo di fondente lentamente si sciolse e tutto il suo corpo divenne liquido. Si dice che la sua temperatura fosse di 45°. Se dovesse capitare a me e a voi, passeremmo certamente a miglior vita, ma il nostro amico Cioccolato era un tipo tosto e anche piuttosto fortunato, infatti il vento quel giorno soffiò verso nord e portò la barchetta verso acque più fresche. La temperatura del nostro amico si abbassò fino a 29°, perciò riprese conoscenza. Poi il vento cambiò ancora e la corrente virò a sud. L’acqua era nuovamente più calda. Il nostro Cioccolato raggiungeva una temperatura di 32°. In quei minuti fatali, una grossa imbarcazione, sulla stessa rotta, vide la barchetta del Cioccolato e la issò a bordo. Il capocuoco riconobbe subito quale prezioso carico contenesse e all’istante raccolse amorevolmente il cioccolato e lo colò in piccole ciotole.
Alla fine della cena il Capitano della grossa imbarcazione si aspettava il solito dessert al cucchiaio, e invece il cuoco arrivò con una curiosa ciotolina. La rovesciò sul piatto del Capitano e subito ricomparve Cioccolato. Questa volta era bellissimo, lucido e liscio. Non c’era più traccia delle striature e dell’aspetto opaco, sembrava un altro. E in effetti lo era. Il Capitano e i suoi ospiti non avevano mai assaggiato qualcosa di così intensamente profumato da far girare la testa, invitante allo sguardo e travolgente al palato. Il Capitano ne rimase conquistato e ordinò che da quel momento il Cioccolato avesse sempre un posto d’onore sulla sua tavola. Con il tempo la “disavventura“ del Cioccolato fece il giro del mondo e il nostro amico divenne il dolce preferito di re e regine, buono e bellissimo, a dispetto di tutti i dolci invidiosi!
Spero che la storia vi sia piaciuta. In realtà il processo del temperaggio è più complesso e parla di cristallizzazione, di umidità e di assoluta pulizia, ma questa…è un’altra storia!
Parola di Giocolataia – A presto!
Emanuela Floris