Ricorrono 90 anni dall’uscita de “La cucina futurista” (1932), il ricettario che Marinetti pubblicò presso Sonzogno aggregando intorno a sé altri – più o meno celebri – esponenti, in primis il torinese Fillia, del suo movimento. Alla fine del 1930 era peraltro già apparso sulla “Gazzetta del popolo” quel Manifesto della cucina futurista che, come sempre, preludeva ai successivi sviluppi che la dinamica avanguardia non avrebbe lesinato. Al libro contribuì anche il “savonese” Farfa, triestino che aveva vissuto anche a Torino, con 7 ricette alquanto sbalorditive e, tranne forse la Fragolamammella, non proprio quotidiane ad eseguirsi… Sul tema ho lavorato intensamente: amico Lettore puoi infatti trovare un mio lungo articolo sul magazine bimestrale “LiguriaFood” edito da Sabatelli (eccoti il link), uno specifico capitolo nel saggio di Silvia Bottaro “Vite di Farfa. Lettere incontri amicizie successi” (presentato lo scorso aprile anche al Circolo degli artisti di Torino), infine nel settembre dello scorso anno organizzando concretamente una futurcena ad Albissola Marina – luogo non casuale (leggimi a questo link) – a base di uova divorziate, risotto all’alchechengio, cotoletta-tennis, ed infine, appunto, fragolamammella. La cena, sponsorizzata da Banca Generali grazie all’impegno di Maurizia Spotorno, ebbe uno straordinario successo non solo di pubblico, e presenziò anche Tullio Mazzotti, a riprova che i contenuti significativi attraggono, anche in Liguria (terra pigra e musona), interesse e consenso. Chi sa che non sia possibile tornare nel mood, come si suol dire, i pretesti culinari non mancherebbero, e chi sa che qualche giovane chef di Riviera non intenda stavolta cimentarsi col Carneplastico (di Fillia) e col Pollofiat (di Diulgheroff)… Questi gustincontri (Ligucibario® ne ha ormai realizzati centinaia) movimentano clientela, notizie e profitto. “Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle”…
Umberto Curti
Il merito maggiore per quella bellissima serata è stato di Luisa ed Umberto che hanno fatto rivivere quel periodo eccezionale per la cultura del nostro “povero” paese . Se penso a come siamo ridotti oggi mi coglie una tristezza enorme. Si parla di cultura,di meritocrazia ma vedo tanto buio intorno a noi.
Spero che si possa ripetere un evento che ha avuto tanto successo ed ha riunito tante persone che ancora credono, seppur con molta fatica, che “la bellezza salverà il mondo”.
Grazie Luisa ed Umberto