8 feb 2022  | Pubblicato in Ligucibario

Il ristorante Roma a Montoggio

smartMentre sui media infuriava la querelle circa lo spot con Elisabetta Canalis che la Liguria ha diffuso durante il festival di Sanremo (mi domando in termini di promozione turistica come possano esser questi i temi più “urgenti”…), sono salito a Montoggio, nell’immediato (e fliscano) entroterra di Genova, per pranzare da un “vecchio” amico.
Ho conosciuto Stefano Torre, titolare del ristorante “Roma”, una quindicina di anni fa, quando via via Luisa ed io realizzammo alcune iniziative con il Comune di Montoggio (“Montoggio racconta. Cibi, paesaggi, tradizioni”), al fine di incrementarne la conoscibilità e l’appeal (link qui). Percorsi di scoperta, sito web tematico, cene narrate, presenza ad alcune fiere del gusto, la de.co. dei buonissimi canestrelli con farina di castagne… Cercando di sensibilizzare i comparti (il turismo ne coinvolge molti) circa l’importanza della lingua inglese, del web, di un adeguato “racconto” dei prodotti…
Stefano, all’epoca giovane giovane, aderì tra i primi e i più convinti.
Gli anni purtroppo scorrono veloci, i ricordi sbiadiscono. Debbo dire che, in un venerdì di febbraio, da Molassana a Creto e poi in valle Scrivia il viaggio riesce grigio, le strade di collegamento versano in mediocri/cattive condizioni (emergenze e lavori in corso ovunque), qui e là costruzioni dismesse e discariche incivili d’elettrodomestici ed altro…
Per chi arrivi da fuori e non conosca l’area, paiono quasi del tutto assenti sia un – compiuto ed efficace – sistema di welcoming sia una – ben orientata e accattivante – valorizzazione della gastronomia locale, che pur vanterebbe alcune tradizioni e giacimenti di pregio (ortaggi, rose, formaggette, funghi…). Gli spot mediatici direi che da qui, purtroppo, distano anni luce…
Per fortuna, giunto – anzi rifugiatomi – con Luisa a destinazione, mi accoglie questa tavola d’eccellenza, da 150 anni presidio dei buongustai, menzionata da tutte le migliori guide e premiata da recensioni online (navigare per credere) fra il lusinghiero e l’entusiasta… La sala è accogliente, calda e luminosa, il tovagliato impeccabile come se ne incontrano ormai pochi. Un giovane “maître” si destreggia fra vini importanti e celebri etichette da fine pasto, l’impatto complessivo è davvero di sobria eleganza, e nella bella stagione un silenzioso giardino consente, secondo preferenze, grigliate di carne e di pesce (Stefano vive a Bogliasco e col mare e i suoi tesori intrattiene un rapporto quanto mai diretto…).
Non vi dettaglio, amici Lettori, quel che ho mangiato, se già non lo frequentate scoprite ora il “Roma” voi stessi online e poi – mi raccomando – sfogliatene il menu con una gita dal vivo, che, a maggior ragione verso primavera e sino all’autunno, potrà esser verde e far-from-the-madding-crowd. Mi permetto solo di accennare, dopo un amuse-bouche di panissette fritte, ad una tartare di carne piemontese (allestita in 3 versioni) e ad un agnello con carciofi (e quenelle di patata quarantina) che ridesterebbero i defunti. Nei calici poi una delle mie grandi passioni, grazie alle vigne piemontesi e alla fatica di Renato Ratti, servita a giustissima temperatura.
Questa esperienza culinaria che, con un linguaggio un po’ da Michelin, davvero “vale il viaggio”, a marzo ospiterà una serata che Stefano Torre ed io stiamo progettando tutt’attorno al tema della biodiversità ed anche attorno al mio recente Abbecedario della cucina ligure (link qui). Una serata speciale, all’insegna della convivialità e del racconto, in cui sperimentare alcuni ingredienti e piatti classici senza negarsi qualche tocco creativo (grazie, Stefano).
Amici Lettori, come sempre stay tuned, e arrivederci a Montoggio per condividere un po’ di buon tempo!
Umberto Curti
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