Non è così scontato che chi esercita una professione voglia e sappia trasporla dentro un libro. Ma Giada Marabotto e Monica Vittani nel loro “Guida al viaggio perfetto” hanno raccontato, oltre che il loro mestiere quotidiano, anche la loro grande passione per i viaggi.
Un’era geologica fa gli studenti disponevano di manuali di tecnica turistica dentro cui quel mondo era precisamente porzionato: i tour operator come grossisti, le agenzie di viaggio come dettaglianti, ed una posizione intermedia dove i tour organizer confezionavano il prodotto in base a specifiche richieste dei clienti. Tutto chiaro e tutto lì. Ma la deregulation ha nei recenti decenni scompaginato le carte, si pensi a puro titolo d’esempio a fenomeni quali il low cost ed il last minute, e si può affermare con certezza che nulla sarà più come prima.
Ho conosciuto Giada Marabotto in quanto sta lavorando ad un incoming sulla Liguria sempre più esperienziale, ad un’offerta nella quale le grandi tradizioni locali (a cominciare dalla gastronomia della focaccia, del cioccolato, dell’olio extravergine DOP Riviera Ligure) si elevino a “risorsa” nella quale coinvolgere il turista come dentro una trama. Ho dunque letto con interesse questo suo esordio saggistico, scoprendo che le due autrici si sono conosciute in rete, l’una perché – udite udite – abbandonando un posto fisso a tempo indeterminato ha voluto sfidar se stessa con un’autoimprenditorialità faticosa ma nutrita di entusiasmo. L’altra perché, divenuta madre, da titolare di agenzia di viaggi ha deciso di trasformarsi in “consulente di viaggio” (figura anch’essa normativamente in regola) affinché impegni meno rigidi le consentissero di svezzare Riccardo con le giuste attenzioni.
“Guida al viaggio perfetto” è un piacevole vademecum di circa 200 pagine, non privo di aneddoti personali, rivolto sia a chi viaggia, affinché non si perda in una jungla di info-promozioni on e offline sempre più assordante (ma che purtroppo cela anche molte incognite e truffe…), sia ai giovani che desiderino valutare oculatamente un ingresso lavorativo nel settore.
Legittimamente, le autrici sottolineano la competitività delle agenzie di viaggio rispetto alle cosiddette OTA, e orgogliosamente si oppongono a quanti davano e danno per spacciata l’intermediazione turistica “tradizionalmente” formale, ovvero a quanti, pregiudizialmente, ormai ritengono che il viaggio si debba scegliere e comprare solo sul web, dopo una ricerca sui blog e i social, beninteso risparmiando…
Perché, quindi, affidarsi a loro? Anzitutto perché Giada e Monica instaurano una conoscenza diretta e approfondita con la quasi totalità dei loro “assistiti”, e quindi sono in grado di acquisire o di suggerire le soluzioni più personalizzate (le esigenze di un hiker “solitario” sono diverse da quelle d’una famiglia con bimbi piccoli o di due sposi in luna di miele o d’un manager). Secondariamente perché praticano qualità, non in senso astratto bensì affatto concreto: individuano le offerte col miglior rapporto costi/benefici, permettono al cliente di risparmiare tempo, e lo tutelano dai rischi e dagli imprevisti (forse non è noto a tutti, ma gli intermediari di viaggio sono oggi obbligati, non casualmente, anche ad un fondo di garanzia contro insolvenze e fallimenti).
Presumo che Giada e Monica non pretendano, con un libro, di mutare le opinioni e i comportamenti di un pubblico che viene sempre più “assediato” dal micromarketing, persino – piaccia o no – mentre sale in autobus, cucina, siede al cinema, porta a spasso il cane. Tuttavia, “Guida al viaggio perfetto” è un repertorio di riflessioni e di consigli davvero prezioso sia per chi viaggia a scopo di svago o di lavoro e sia – ripeto – per quei giovani che immaginino di candidarsi ad un lavoro, impegnativo ma talora più gratificante di tanti altri, nel settore travel.
A questo link è possibile anche consultare un estratto del libro.
Buona lettura!
Umberto Curti