1 giu 2023  | Pubblicato in Ligucibario

La Giornata del latte e la Liguria montana, turismo e sostenibilità

smartIl 1 giugno ricorre la Giornata mondiale del latte, istituita nel 2012 dalla FAO. E l’Italia appartiene certamente ai Paesi di riferimento per la produzione dell’oro bianco.

Sul prossimo numero di LiguriaFood, il magazine bimestrale edito da Sabatelli, ho non a caso curato un lungo, esauriente articolo sui formaggi liguri (ma null’altro “spoilero” qui, invitando i Lettori a procurarselo fra poco nelle edicole…).

Giornata mondiale del latte: spunti di riflessione e scenari turistici

In una stagione di turismi sempre più esperienziali, l’idea “stimolata” dalla Giornata del latte potrebbe esser quella di ideare una vera e propria “cheese way”, che da una parte legasse fra loro le eccellenze territoriali, dall’altra gettasse ponti anche interregionali, sollecitando interazioni e sinergie concrete fra i formaggi italiani e le ottime imprese cui li dobbiamo.

Ciò peraltro, come sempre, non può costituire una semplice iniziativa “politica” o gastronomica, né uno spontaneismo che rischierebbe impattanti confronti con la realtà.

Strade di prodotto: buone prassi dell’accoglienza

Le strade di prodotto, come dimostra il mirabile caso-studio di Bregenz, paradiso green fra Austria e Svizzera, non sono semplici collage di luoghi messi in fila – a tavolino – uno dopo l’altro, e collegati sulle mappe da un trattino… Le strade di prodotto autenticamente operative sono viceversa percorsi ricchi di servizi, di escursioni, di eventi, di esperienzialità, ben “aggregati” a comporre un product turistico (e non solo).

Il marketing e il management, in tal senso, dimostrano sempre che 1+1=3, ovvero che la competitività si costruisce via via attraverso i partenariati, la visione d’insieme, la capacità di tessere reti interprofessionali, tanto più in una stagione storica caratterizzata da deregulation e accelerazioni brutali… La Liguria è terra di coste e di entroterra, ormai attrattiva 365 giorni l’anno. C’è tuttora un grande, ma stimolante lavoro di sensibilizzazione/formazione da svolgere, sui temi anzitutto dell’accoglienza targettizzata, del web e dei social, della “narrazione” di ciò che siamo prima ancora di ciò che facciamo (il post-pandemia non sta che confermando alcune tendenze preesistenti…). La Giornata del latte ci induce dunque a importanti riflessioni.

Liguria montana, malgara, rurale: un patrimonio da vivificare

E c’è tuttora un grande areale, ovvero la Liguria montana, malgara, rurale, la Liguria alpino-appenninica, dei borghi aggrappati e delle cucine bianche, dell’Alta Via e delle vie del sale, che chiede un ruolo di prima fila nei progetti che si cantiereranno, perché la montagna – senza infrastrutture e servizi – non potrà “riaccogliere” coloro che l’hanno, sovente a malincuore, abbandonata.

Io trascorro lunghi periodi a Calizzano, in Alta Val Bormida ad un passo dai tecci e dalla maestosa faggeta del Melogno, ma anche dalle valli Tanaro e Mongia, che da Ormea a Viola mi regalano differenti, ulteriori trekking e suggestioni, a contatto vero e non cartolinesco con la biodiversità (e lontano dagli “insensati clamori” cui già accennava un poeta della levatura di Giorgio Caproni…).

Da molti anni vedo quindi coi miei occhi che la montagna non va museificata, bensì vivificata, garantendo in primis opportunità di lavoro e abitative a chi intende restarvi, o tornarvi. Montagna significa anche sacrificio, isolamento, frugalità, perché la natura ha le proprie regole. Ma “wildlife stays wildlife pays”, proverbiano gli americani, e questo mi pare l’auspicio costante, di Ligucibario® e di Luisa Puppo, che anche molti giovani (qualcuno lo incontro per fortuna anche nei vari corsi dove insegno) condividerebbero.

Talora percepisco che sanno guardare avanti col cuore, e noi abbiamo perciò il dovere di non mortificare quello sguardo, e di potenziare le loro competenze professionali (specie in un Paese in cui tanti si dichiarano esperti di turismo, ma davvero pochi lo sono).

Umberto Curti

umberto curti

Commenta