23 giu 2017  | Pubblicato in Ligucibario

Da Giorgio Caproni a Sale S. Giovanni 

lavanda a sale san giovanni

lavanda a sale san giovanni

Giorgio Caproni è un nome che in Liguria, e particolarmente in Val Trebbia, evoca stagioni e contenuti importanti. Mi rende felice il fatto che quest’anno un suo profetico componimento del 1972 (i “versicoli quasi ecologici”, dalla raccolta postuma Res amissa) sia stato scelto per la prova di esegesi testuale all’esame di maturità.
Rileggo quei versi, quasi naif ma accorati (un j’accuse verso l’essere umano che sta sempre più straziando la terra), il lamento del lamantino, il galagone… Speriamo che tanti giovani (studenti) ne siano rimasti sensibilizzati, e realizzino domani un’Italia più attenta.
Wildlife stays, wildlife pays dicono viceversa (e fanno) nel mondo anglosassone. La natura, se si perpetua, rende anche economicamente. Se si individuano corrette forme di tutela e valorizzazione, la natura puntualmente ripaga l’uomo con opportunità di lavoro ed equi profitti, ed una qualità di vita ben più sostenibile.
Domenica scorsa, guidati dal competentissimo Patrizio Michelis, esperto di agricoltura biodinamica, Luisa, io e Roberto Pesce dell’agriturismo “La brinetta” di Calizzano (SV) esploravamo le coltivazioni di lavanda, issopo, enkir… sulle soavi colline di Sale San Giovanni (CN), e completavamo il tour all’Arboreto Prandi (senza farci mancare qualche buon assaggio e calice alla “Osteria delle erbe”).
Una magia che, nel pieno rispetto della natura, sta sortendo sorprendenti risultati anche economici e pertanto occupazionali (punti vendita, mercatini…), in un tempo nel quale i robot dell’industria vanno sempre più alienando l’uomo.
Devo aggiungere altro? Sì, due suggerimenti, e con forza: leggete Giorgio Caproni, i poeti vedono sempre più lontano di noi comuni mortali… E visitate Sale San Giovanni e le coltivazioni circostanti, soprattutto nel periodo strabiliante delle fioriture, inattesi colori di Langa, per sentire nel cuore quanto possa valere un ristabilito dialogo con l’ambiente che ci ama, e che ci chiede di non esser più violentato.
Umberto Curti

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