E’ in edicola, fresco di stampa, il nuovo numero del magazine bimestrale LiguriaFood. Questa volta, per il nostro Umberto Curti uno dei temi più “sfiziosi”, i nostri formaggi.
“Cheese, e la Liguria sorride”.
Un viaggio anche “malgaro” da ponente a levante, da Briga a Brugnato per così dire, alla ricerca dei prodotti d’eccellenza ma anche di quelle tradizioni e cucine sapienziali che s’inscrivono dentro paesaggi ancora (fragilmente) incantati.
Le Alpi, gli Appennini sono infatti per il nostro Paese, contemporaneamente, biodiversità irrinunciabili e luoghi talora semiabbandonati, perché troppo “avari” di opportunità per generazioni non sempre inclini a sopportare i sacrifici dei padri. Si leggano Paolo Cognetti, Annibale Salsa…
A prescindere da tanti blabla astratti, se la sfida della sostenibilità si giocherà anzitutto nelle città, la sfida delle identità si giocherà anzitutto nelle aree rurali.
E l’enogastronomia di qualità (che è terroir, specie autoctone, filiere accorciabili, buonessere…) si erge a fattore primario per una tutela valorizzante delle socioeconomie locali, prima ancora che dei sapori.
Chi come me ama l’escursionismo, il genius loci, i formaggi (maggenghi e vernenghi), le “antiche” e moderne transumanze* (Umberto Curti ne ha scritto anche qui) che in Liguria caratterizzano soprattutto Mendatica e l’Avetano, sa che il turismo – beninteso quello consapevole, slow, positivo… – ormai desidera luoghi puliti, esperienze autentiche, sensi di comunità, per calarsi nel fare quotidiano dei residenti…
Il web stesso propone un’infinità di docufilm e materiali tematici sull’importanza degli usi e prodotti locali, dell’artigianato, delle ricette a rischio estinzione.
Occorre quindi che i progetti riescano ad intercettare credibilmente i segmenti giusti del mercato (la concorrenza non sta a guardare). A quel punto anche i nostri formaggi liguri, che sono qualità più che quantità, potranno giocare un ruolo significativo di rappresentazione, “cooperando” ad itinerari (si pensi a quanto avvenuto con la Käsestrasse del Bregenzerwald e di recente presso alcune valli dolomitiche…) che non siano solo un tratto di penna fra puntini, bensì un forte aggregato di servizi ed attività a tema.
Buonissimo lavoro, Liguria, e felicitazioni alla prescinsêua, che fa di Genova una “città del formaggio”.
*dal 2019 inserita nel cosiddetto patrimonio Unesco
Luisa Puppo