Da bibliofilo (o quantomeno da assiduo delle librerie), “conobbi” Fiammetta Fadda negli anni ’90, quando apparvero sugli scaffali alcuni suoi lavori-ricettari.
Oggi la so triestina di nascita, non so quanti e quali legami abbia conservato con la propria terra natìa, Trieste è la “capitale” di una regione magnifica che anche in cucina – come in letteratura – mixa culture e motivi e ingredienti di svariate provenienze, e sa dunque elargire stimoli infiniti.
Con Fiammetta Fadda condivido gli studi umanistici (“inutili”??). Laureata in lettere antiche, io presumo che proprio quella formazione abbia poi avuto un ruolo nel suo percorso professionale così “carico” di cultura e gusto, di buono e di bello. Innumerevoli infatti le collaborazioni con testate rivolte – a vario titolo –al miglior made in Italy, fra le quali, dal 1997 al 2004, Grand Gourmet – periodico internazionale di alta cucina e bien vivre, che profumava dei tipi Electa-Mondadori. Questa rivista, in origine un trimestrale edito da Vallardi, oggi purtroppo estinta, fu ideazione dell’incredibile Giuseppe Maffioli, uomo di cinema, autore, regista, attore, caratterista (https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Maffioli), che convocò a dirigerla nientedimeno che Alfredo Beltrame, chef veneto ma assai cosmopolita, noto in Italia per il circuito ”El Toulà”.
Proprio su Grand Gourmet Fiammetta Fadda celebrò Gualtiero Marchesi, comprensibilmente una delle sue figure di riferimento ancora a cavallo fra il secolo scorso e l’attuale, e circa il quale affermò: “Marchesi è stato il cuoco che ha fatto uscire dal provincialismo la cucina italiana”. Come darle torto, rimeditando i tempi di Bonvesin de la Riva? (Su quei tempi, fraterno lettore, ti segnalo un mio pezzo al link http://www.ligucibario.com/gli-anni/ …)
Fiammetta Fadda è inoltre, da tempo, vicedelegato dell’Accademia italiana della cucina, e dame chevalier de l’Ordre des Coteaux de Champagne (così recitano le sue biografie), a suggellare una carriera di notevole spessore. Tuttavia, è forse ancor più nota al grande pubblico per le sue presenze in qualità di “giudice” ai riusciti format TV, targati La7, “Chef per un giorno” e “Cuochi e fiamme” (in onda dal 2006 al 2012, e poi in repliche), nei quali ha sciorinato commenti lusinghieri – e talora non ha lesinato qualche perplessità – nei confronti di ciò che assaggiava, ma sempre con la classe che si addice ad una vera signora.
Ogni volta che posso “gustare” le sue parole ed i suoi verdetti mi organizzo dinanzi allo schermo. E’ raro infatti, nel settore enogastronomico (dove tutti ormai sanno tutto, e lo strillano come un sergente istruttore dei marines) incontrare una persona tanto competente e garbata. Il suo apparato sensoriale lavora splendidamente, e le consente non solo di individuare sempre gli ingredienti di base delle ricette, ma di coglierne appieno le sfumature organolettiche, e da lì ricostruire storie e intuizioni culinarie… Ascoltarla costituisce un piacere per l’anima, un brindisi per lo spirito, che raccomando a tutte le persone di cultura e appassionate di cibo, ovvero di antropologia e di territorio, se è vero – ed è verissimo – che siamo ciò che mangiamo.
Fiammetta Fadda, ambasciatrice del bello e del buono…, spero davvero che questo breve testo ed omaggio – nel mare magnum del web – infine la raggiunga, a testimoniarle un’ammirazione professionale, sincera e disinteressata, che dura da molto tempo.
Umberto Curti