Via dalla pazza folla e dalle città-turisdotto, il weekend di Pasqua mi trova con Luisa a Chieri, dove arrivo puntuale (via Torino-Lingotto) con un moderno e pulitissimo treno del Servizio Ferroviario Metropolitano. Il paesaggio ai finestrini vira progressivamente al verde (coltivazioni di cereali, di vigne freisa, di cardi…), mentre mi avvicino a questa quieta cittadina commerciale, ai margini sud delle colline torinesi, celebre anche per la tradizione del tessile, che ha lasciato in eredità un piccolo museo, visitabile dal lunedì al venerdì (meglio telefonare). Scendo all’hotel Park, tre stelle funzionale appena fuori del centro storico, che ha reception sorridente, camere ampie e ottimi servizi, nonché un giardino privato capace nei periodi caldi d’offrire ombroso riparo. E, attenzione, situato a fianco di “Grado Plato”, pluripremiato birrificio artigianale apprezzato anche all’estero. Dopo di che eccomi sùbito per le vie dello “struscio”, specialmente la pedonale Via Vittorio Emanuele II, punteggiata di negozi e griffe. Chieri, antica colonia romana poi fortificata sotto il regno di Augusto, è un susseguirsi di bei palazzi medievali (‘300 e ‘400), non a caso in quel periodo s’assoggettò ai Savoia, che le permisero la fioritura mercantile. Ma la principale risorsa turistica è l’imponente Duomo, ricca testimonianza del gotico piemuntais, che sorge su un preesistente luogo di culto, pare infatti che il Cristianesimo presenziasse Chieri già mille anni prima. Santa Maria della Scala allude alla scala su cui Dio scende verso l’umanità, e su cui l’uomo può aspirare al cielo.
Fraterno lettore, ti lascio la gioia della visita, il buio delle tre navate silenziose consente momenti d’intima solennità, ma abbi un occhio di riguardo anche per il Battistero e il Campanile, su cui fra l’altro noterai due meridiane. Quanto all’enogastronomia, l’area è nota ai foodtrotter principalmente per il vitigno freisa, che qui regala anche un chinato, interessante con cioccolati, pasticceria secca e crostate ai frutti rossi. Io ho via via sostato da “Avidano” (via Vittorio Emanuele II, 46), noto chocolatier con punto vendita anche in via Madama Cristina 62d a Torino, dove ho comprato anzitutto una colomba all’arancia strabiliante, senza burro, preparata con burro di cacao e olio d’arachidi. Ho comprato splendide birre artigianali (sarde, venete e piemontesi) e qualche altra sfiziosità da “Good” (palazzo Valfré, via San Giorgio, 2). Ho mangiato il buon gelato di “Grom” (via Vittorio Emanuele II, 59), che valorizza prodotti del territorio e prassi produttive sempre attente alla salute del consumatore. Ho bevuto l’aperitivo al “Nuovo Caffè Nazionale” (via Palazzo di Città, 1), staff cordiale e ben organizzato, consolandomi con infiniti stuzzichini mentre fuori la pioggia non cessava.
Ho cenato con gioia alla “Cantina del Convento” (vicolo Sant’Antonio, 6), circondato da 600 etichette, fra vini e birre, locale d’atmosfera dove regalarsi taglieri – di salumi e formaggi – e taglierini – al ragù di salsiccia stufata nella birra – , agnolottini del plin e prosciutti crudi d’autore, hamburger di fassone e tarte tatin. Luisa la gourmet non s’è fatta mancare niente…Dov’eri a Pasqua? A Chieri. Arrivederci Piemonte, sei sempre il solito, non tradisci mai.
28 apr 2014 | Pubblicato in Ligucibario
Dov’eri? A Chieri!
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