Il 14 settembre si commemorano 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.
Questa ricorrenza ha fatto dell’anno in corso un’opportunità importante per omaggiare il grande poeta e per organizzare eventi e attività anche intorno alla sua figura.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a suo tempo aprì le celebrazioni (ovviamente) a Ravenna, la splendida città che di Dante ospita la tomba, sepolcro neoclassico eretto presso la Basilica di San Francesco, in centro.
Ma l’Italia intera si sente più che mai legata a Dante, Liguria compresa, dove non da oggi storici e geografi avanzano ipotesi – ora più, ora meno fondate – su passaggi e soggiorni del poeta, “tra Lerici e Turbia”…
Nella Divina Commedia infatti incontriamo Luni (ai tempi luogo ormai desolato e inanimato) e la Lunigiana, e in particolare quella Val di Magra che ricorre in Inferno XXIV, in Purgatorio VIII, e in Purgatorio XIX.
La Val Fontanabuona appare anch’essa in Purgatorio, canto XIX, l’antica “Siestri” non avrebbe tuttavia nulla a che fare con Sestri (Levante), come si suppose, bensì coinciderebbe col territorio di Neirone. In loco il percorso doveva verosimilmente dalla costa ascendere sino al possedimento fliscano di Roccatagliata proprio via Siestri. E intitolazioni a Dante si trovano anche a Chiavari, dove al mare sfocia l’Entella, che nasce formato (“la fiumana bella”…) dal Lavagna, lo Sturla, il Graveglia.
Nella Tolomea, brutale luogo d’espiazioni, Dante incrocia Branca Doria, politico genovese, peraltro ancora vivo ma già arso tra i rei. Costui, dell’importante casato (“ghibellino” e nemico dei Fieschi), aveva disposto l’omicidio del suocero, Michele Zanche, convocato a pranzo e poi smembrato.
A Noli infine, attivo scalo (di simpatie guelfe) protetto tra i promontori del Ponente ligure, Dante probabilmente passò nel 1306, esule verso la Francia, costretto a scoscesi saliscendi… Che la conformazione urbana di Civitas Nauli gli ispirasse la struttura fisica ove ambientare il Purgatorio? E’ una delle tesi su cui in questi anni si va alacremente dibattendo.
Sia quel che sia, io come molti reputo la Divina Commedia uno di quei capolavori i quali, recuperati in età adulta e senza i condizionamenti scolastici e l’incubo delle interrogazioni, più possono ancora arricchire il lettore. Dante erudito, Dante politologo, cosmografo, ma Dante anche uomo cristiano, Dante idealista deluso, esule in fuga…, insomma qualcuno che, da qualsivoglia lato lo si ascolti, sa ancora parlare ai nostri cuori, oltre che al nostro intelletto.
Di questi tempi, non è valore da poco.
Umberto Curti
9 set 2021 | Pubblicato in Ligucibario
Dante in Liguria
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