Ritorno con Luisa a Modena undici anni dopo, correva l’anno domini 2003. Della città, molto suggestiva, ricordavo con saudade soprattutto Piazza Grande, oggi patrimonio Unesco, dominata dalla facciata sud di un Duomo solennemente romanico, l’atmosfera appartata di stretti portici che qui e là sembrano traguardare la bruma delle campagne, e le mille eccellenze gastronomiche, dal parmigiano ai gnocchi fritti, dal cotechino alle ciliegie durone, che undici anni fa avevo apprezzato specialmente “da Enzo”, ottima trattoria rétro in via Coltellini, frequentata anche dai cadetti dell’Accademia militare, quelli tutti alti marziali sbarbatissimi…
Ritorno a Modena, su cortese invito di Marisa Tognarelli, per la 7^ edizione di “Cioccolato vero”, la tregiorni ideata da CNA e da ACAI e patrocinata dal Comune, quest’anno si comincia proprio il giorno di San Valentino, e quale giorno migliore della ricorrenza degli innamorati? E’ un chocoevento di caratura culturale e artistica, oltre che gastronomica, questa kermesse aperta a tutti gli amanti del theobroma cacao, i grandi e i piccini, per veicolare una coscienza della qualità artigianale che alzi ancor più forte la voce: il made in Italy si conferma vivo e vitale, e intende proseguire coi propri valori e i propri prodotti, perché inimitabili e salubri. Il clima regala temperature ultra miti e perfino alcuni raggi di sole.
C’è musica, c’è animazione in Piazza Grande e dintorni, si susseguono visite guidate (Luisa ed io ci godiamo gli esterni e gli interni del Duomo e poi l’acetaia comunale, con un balsamico tradizionale ’25 anni’, denso e appagante, che resusciterebbe i defunti – arrivederci a Spilamberto! – ). Vedo via via aggirarsi fra gli stand migliaia di persone, gli incassi commerciali fanno sempre la differenza, ma l’atmosfera rimane quella della festa di famiglia, del rivedersi fra amici…E sono bravi, davvero bravi questi artigiani che s’ostinano col burro di cacao e rifiutano le materie grasse sostitutive, che s’ostinano con vaniglie bourbon, mananara e tahiti e rifiutano la vanillina chimica, che sperimentano, creano, condividono. E così le persone avvicinano davvero i diversi terroir d’Italia, la pralina con la gentilissima nocciola langarola, i finger-stecchi da passeggio (un saluto a Marco Biolzi di Bedonia), i macarons policromi, i croccanti in diretta dal ‘700, le ganache al balsamico DOP, le novità col nocino (un saluto a Giovanni Boccaletti), quest’anno co-protagonista di un concorso che vedrà la vittoria proprio di Marisa Tognarelli, Pasticceria Turchi, quattro decenni di cose buone e di passione professionale in quel di Séstola (MO).
Poi ecco laggiù, immancabile, anche quel maître chocolatier con cui staremo di nuovo insieme durante le 3 degu-conversazioni serali previste dal programma.
Via, si parte, principieremo dalle cabosse ancora sui rami dell’albero e concluderemo con l’abbinamento cioccolati-vini, tante persone progressivamente s’accalcano davanti a noi, sbirciano curiose, s’informano su come nasce il cioccolato, vogliono capire bene la differenza fra il prodotto artigianale e quello industriale (non pare davvero difficile spiegarla), pongono domande sui passiti e i liquorosi, sui muffati e gli Eiswein. Poi si gustano – meritatamente – un Guayaquil 64%, un Madagascar 67% e perfino un Venezuela Criollo 70%, sposati a Marsala, Porto e Recioto. Nel pubblico della domenica riconosco maestre e insegnanti che hanno partecipato anche il venerdì e il sabato, e mi pare costituiscano dunque la miglior prova della riuscita delle conferenze…
“A scuola di cacao. Conosci e degusta il cioccolato” è il titolo del mio libro in uscita ormai a brevissimo, ma caro lettore di Ligucibario, amico mio, non perderti queste esperienze dal vivo, visita queste magnifiche piazze italiane che si colorano di stand e di pubblico appassionato (presto li ritroverai a Brescia), parla vis-à-vis con gli artigiani, essi saranno ben lieti di condurti per mano in un viaggio culturale prima ancora che sensoriale. Il cioccolato vero rimane una festa di famiglia, un rivedersi fra amici.
Pian piano purtroppo (da sempre il tempo tiranneggia l’umanità) giunge la domenica sera, e la manifestazione chiude i battenti, si svuotano le tensostrutture, saluto tanti chocolatier e Stefano con un arrivederci a presto, e intanto a me stesso dico: la gioia è il segreto. La gioia del lavoro e del convivio, del fare e del divulgare. Un ringraziamento particolare, e davvero non retorico, a Marisa Tognarelli, che mi ha voluto a Modena riservando a Luisa e a me – malgrado la febbre e la stanchezza – sempre il miglior sorriso. A Morena Manfredini di CNA, “invisibile” ma costante, gioiosa e preziosa presenza durante ogni fase dell’iniziativa.
Mi perdonino, ovviamente, tutti coloro che ho dimenticato (le strette di mano sono state innumerevoli…), la causa risiede nella memoria e nella fretta, certo non nella volontà. Viva Modena, è comunque il saluto sincerissimo che vi rivolgo. Il cioccolato vero rimane una festa di famiglia, un rivedersi fra amici. Mi piace esser chiamato a farne parte. Avremo sempre cioccolati e Italie bellissime da raccontare.
Umberto Curti, Ligucibario®
L’album fotografico di Cioccolato Vero by Ligucibario lo trovi su Facebook al link https://www.facebook.com/media/set/?set=a.676138232424361.1073741826.125993984105458&type=1&l=d1d787050f