Il ristorante è un’impresa, e come tale si prefigge – legittimamente – un profitto, poiché senza profitti un’azienda esce dal mercato.
Ma al tempo stesso il ristorante può fare anche cultura. La scelta delle materie prime, la sapienzialità dei vini, il rispetto dei terroir (senza le ossessioni talvolta utopiche del km0) sono scelte che non confliggono in alcun modo con la creatività (né col marketing), anzi la favoriscono, prevenendo il rischio che diventi stravaganza, o scimmiottamento di mode.
Il ristorante può fare anche cultura calendarizzando eventi tematici, ospitando voci, aprendosi ad ulteriori e diverse espressioni del made in Italy e dell’artigianato locale…
Non v’è alcun bisogno che io descriva “Azzurrodue” di Arenzano, luogo che amo perché trovo che sia qualcosa in più d’un ristorante di riviera pieds dans l’eau (le sue 4 terrazze paiono quasi la tolda di una nave). Non ve n’è alcun bisogno perché grazie al web chiunque può e potrà prefigurarsi, in pochi minuti, quel che “Azzurrodue” è, e fa (quel che una cucina fa è in diretta dipendenza di quel che una cucina è). Ma ancor meglio, e molto meglio, se deciderà di “esplorarlo” di persona, scendendo i gradini che dall’Aurelia svelano un guscio profumato di mediterraneità.
Il pesto, gli spaghetti cozze e pinoli, il pesce cotto alla pietra, la mise en place, i grissini di Priano, l’extravergine di Roi, la carta dei vini me-ti-co-lo-sa-men-te costruita da Mina – la figlia dei titolari – , eccetera eccetera confermano infatti un’attitudine indefessa a scegliere e lavorare con cura, e questo – oggi – mi pare già merito bastante.
“Azzurrodue” e Ligucibario® (amici lettori segnatevelo in agenda) uniscono le forze e le passioni per “Quattro terre in Azzurrodue”, una cena, il 25 maggio prossimo, che con 6 portate e 4 vini in abbinamento realizza, con qualche tocco reinterpretativo, un affascinante viaggio/omaggio storico nella Liguria di ponente e levante, dallo zimino ai croxetti, dalla buridda alla torta stroscia.
Vi attendiamo numerosi, la cena-gustincontro è proposta ad € 45,00 tutto compreso, ed io – al fianco di Mina – intratterrò gli ospiti con approfondimenti e aneddoti, senza beninteso rubar la scena alle meraviglie dentro i piatti e i calici. Ciao da Umberto Curti!
MENU
Le verdure ripiene al profumo di maggiorana e
le acciughe impanate e fritte con scorzette di limone candite.
In abbinamento
Felcebianco (trebbiano, vermentino, malvasia) az. La Felce – Ortonovo SP – A.A.A.
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I ceci in zimino con moscardini e
i croxetti del Levante con muscoli e pinoli.
In abbinamento
Acini Rari (Pigato) az. Le Rocche del Gatto – D.O.C. Riviera Ligure di Ponente.
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La buridda mista di polpo e molluschi con crostini aglio e rosmarino.
In abbinamento
Serasuolo (Ciliegiolo) az. Il Monticello – D.O.C. Colli di Luni.
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La torta stroscia all’extravergine con la marmellata di chinotti.
In abbinamento
Vin du Preve (Pigato passito) az. La casetta di Ranzo IM.
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Caffè.