3 giu 2020  | Pubblicato in Ligucibario

Cena da “Vitturin” a Recco

DSCN1137Non esploro Recco di rado. Da molti anni mi occupo di turismo ed enogastronomia in Liguria (http://www.ligucibario.com/umberto-curti-luisa-puppo/), e dunque sono costantemente in cerca di buoni indirizzi, ricette “della memoria”, artigiani del gusto, mulini, caseifici, frantoi – ed altro – un po’ i tutti 234 Comuni della regione…
Recco è tempio di pasta (troffiette, pansoti…), di pesce (gli scorfani della Gaiassa consentivano buridde strepitose…), di stecchi coi muscoli, ma anche di carteretu, ecco una delle ricette della memoria cui alludevo, ovvero la tasca del quarto anteriore di capretto, prima riempita (olio, uova, parmigiano, biete…), poi lessata come una cima in brodo di magro, oppure infornata e infine servita a fette non troppo sottili. A Recco il carteretu * era portata chic, per i pranzi delle famiglie più in vista.
Le colline circostanti, infine, disseminate di frazioni, regalano tuttora uve, ortaggi, frutta…
Tempo fa, il magazine bimestrale “LiguriaFood” (con cui collaboro sin dal primo numero) mi affidò anche il racconto della focaccia di Recco col formaggio IGP, presumo d’averla celebrata con passione, “avvicinandola” ad un monumento oraziano… Se ti ho incuriosito, amico lettore, eccoti il link del caso http://www.liguriafood.it/2018/05/15/focaccia-col-formaggio-monumento-recco/

Ieri sera, dopo tanta quarantena da coronavirus, ho cenato con Luisa da “Vitturin” (vi ero stato l’ultima volta 2 anni or sono, per conto del Consorzio di tutela olio DOP Riviera Ligure in occasione de “Assaggia la Liguria”).
Premetto che non infliggo quasi mai ai lettori le mie esperienze al ristorante, anzitutto per differenziarmi da quelle migliaia di siti che di fatto mi appaiono spesso meri aggregatori di banner pubblicitari… La società di consulenza che con Luisa Puppo fondai 20 anni fa individua i propri ricavi altrove, e dunque mantengo indipendente la mia visione e libera la mia voce (direi che oggi non è cosa da poco…), limitando al massimo le “recensioni” (tanto più che ne scrivono già molti altri…).
Oggi mi permetto un’eccezione non tanto per quel che ieri sera ho assaggiato e bevuto (antipasto di mare, ovviamente focaccia di Recco col formaggio, e birra del birrificio “La Granda” di Cuneo), ma per l’accoglienza di cui con Luisa sono stato oggetto. Segnaletica e percorsi fin dall’esterno, ingresso e uscita “differenziati”, segnaletica per i percorsi interni, controllo della temperatura (termo scanner) all’ingresso, igienizzante ovunque, tavoli ben distanziati, proprietaria sempre munita di mascherina, scheda per la privacy, menu non cartaceo bensì dematerializzato (codice QR), plexiglass dinanzi alla cassa, toilette con spray disinfettante, e pagamento via POS.
Grato di un’ospitalità così saggia e rispettosa, che consente di mangiare con ragionevole relax, mi sono felicitato di persona (se mi dilettassi con TripAdvisor, prima di mitragliare stroncature manifesterei le mie eventuali critiche direttamente al ristoratore). Mi sono felicitato di persona in quanto ciò che ho visto ha un nome: si chiama professionalità, e varrà come arma più potente per sconfiggere questa pandemia che ci violenta e che non è ancora sconfitta.
Arrivederci, “Vitturin”, e in bocc’al lupo (and God save focaccia col formaggio).
Umberto Curti
* s’incontra, beninteso, anche nel ventimigliese
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