Seconda lezione, presso il Polo imperiese, del Laboratorio di 24 ore “turismo dei saperi e dei sapori” internamente al corso di Scienze del turismo (l’iniziativa discende da protocollo d’intesa fra il dipartimento di Economia dell’Università di Genova e CNA Liguria).
Dopo la mindmap, metodologia formativa condivisa durante la prima lezione, l’aula ha potuto stavolta, “guidata” da Umberto Curti, confrontarsi con i casi-studio. Marketing concreto, marketing dal vivo: ogni studentessa e studente ha ricevuto un dossier con 29 case histories, fra le quali sceglierne una che, dopo opportune analisi e indagini, verrà illustrata “pubblicamente” a compagne e compagni nella lezione successiva. Dal turismo della lavanda a Sale San Giovanni sino alla strada dei formaggi di Bregenz, dal craft tour dell’alabastro in Volterra sino al sito dei musei del cibo di Parma (un sito da acquolina in bocca)… Va da sé che i restanti casi rimangono a disposizione d’ognuno per ulteriori, autonomi approfondimenti…
La lezione è valsa così ad esplorare anzitutto il concetto di benchmarking, di (mi si passi l’espressione…) “spionaggio industriale lecito”, ovvero la capacità di indagare le strategie di mercato altrui così da mutuare eventuali buone prassi nel proprio contesto. Nel turismo, come in molti altri àmbiti, nulla nasce dal nulla, e di solito nulla s’inventa di sana pianta, così come “imitare” è, in sé, azione di trasferimento sovente sterile. Viceversa, ciò che sempre più conta pare l’attitudine a forme di intelligence idonee a reperire, nelle condotte altrui, quei contenuti ed input che – ben calibrati e contestualizzati – possano sortire, nel nostro quadro di attività, altrettanto efficaci esiti.
In una stagione – accelerata e caotica – che impone anche a territori, destinazioni turistiche, imprese dell’ospitalità e delle produzioni autentiche una competitività quanto mai distintiva, non si tratta di “lezione” da poco. Una “lezione” (vista la quantità di ricerche e dati fruibile on e offline) su cui forse varrebbe la pena confrontarsi di più anche fuori dalle consuete aule di studio. Sensibilizzare è il primo passo per formare.
Luisa Puppo