Ligucibario®, da sempre, non contiene spazi pubblicitari (si mantiene “libero” da condizionamenti). Ma da sempre ha il piacere di raccontare produttori, artigiani, chef e quant’altri concorrano alla qualità del made in Liguria.
Vent’anni di Calizzano – ascoltando bene luoghi e persone – m’inducono oggi a progettare uno “speciale” tramite cui segnalare ai miei Lettori (che da tanto non sono poi pochi…) le eccellenze di questo borgo quasi montano dell’Alta Val Bormida, ad un passo dalla Val Tanaro piemontese, di cui ho già scritto tanto (leggetemi ad es. qui ma anche qui) ma del quale non mi stanco di esplorare i sentieri, i carruggi, le botteghe, le gustose tavole.
Dopo il buonissimo pane&dintorni di “Alex”, e l’accogliente agriturismo “La brinetta” della famiglia Pesce, ho ora il piacere di presentarvi il bar “Odissea 2.0”, proprio alla rotonda che, col ponte sul fiume, fa da ingresso al centro storico della località. Buona lettura!
L’avevamo lasciata, la Ceci (Cecilia anche per Luisa e me è “la Ceci”), qualche anno fa al lavoro in una bottega alimentare, perdendola poi – purtroppo – di vista. Sarebbe una ragioniera, questa ragazza volitiva, con la passione per le lingue. Ma ha lavorato quasi sempre sulla front line, come si suol dire, in pizzerie, supermercati… E sino ad un paio d’anni fa senza trovare quegli stimoli realizzativi che professionalmente fanno la differenza.
Ma rieccola davanti a noi, nell’estate 2022, la Ceci, alle prese con un’attività finalmente “sua”: il 16 aprile 2022 è stato infatti inaugurato il bar (ma definirlo bar suona riduttivo) Odissea 2.0, che del viaggio di Ulisse ha tutte le caratteristiche migliori. L’idea era via via maturata insieme alla cara amica Valeria, la quale metteva a disposizione, oltre che un carattere davvero speciale, anche l’esperienza maturata in 20 anni d’autogrill. Dopo un mese di lavori, passo dopo passo, il bar di Cecilia e Valeria – nel frattempo divenute socie presso un notaio – era dunque pronto al via! Pronto per rappresentare un luogo di convivialità e di animazione dal momento della colazione a quello dell’aperitivo serale, orientato anche ai giovani del luogo che, specialmente nei mesi invernali, sul territorio dell’entroterra non incontrano una grande varietà d’offerte.
Converso con Cecilia in una assolata mattina d’agosto, fuori il cielo è di smalto, e mi racconta – dopo circa un anno e mezzo impegnativo ma gratificante – di un bilancio davvero positivo, e di un affetto sincero che per primi i calizzanesi stanno tributando al locale (il che, fra l’altro, consente “gestibili” differenze tra gli incassi di alta e bassa stagione).
Ma come vive – in termini economici e di visibilità – un bar del genere? Cecilia è da sempre un’innamorata della musica, e quindi Odissea 2.0 nei weekend organizza serate con dj, e d’estate un bel calendario di concerti dal vivo. La piscina regala gioie refrigeranti a grandi e piccini. Fritto misto di pesce e paella sono poi il tema centrale di eventi speciali che catturano un numero incredibile di presenze, d’altronde a chi spiace mangiar bene in compagnia? Dal punto di vista della promozione, paiono al momento Instagram e Facebook i social media privilegiati, i quali – mi conferma Cecilia – si rivelano in genere molto più efficaci di cento locandine.
Le chiedo a questo punto come descriverebbe il bicchiere mezzo pieno e quello mezzo vuoto. Il bicchiere mezzo pieno poggia sul fatto che a Calizzano ci si conosce un po’ tutti, talora è divertente scambiare parole e battute coi clienti, inventare cocktail, pianificare feste di compleanno, apericene di capodanno… Il “segreto” di Odissea 2.0 è garantire sempre buoni standard qualitativi, dal cappuccino (per la cui preparazione i corsi di Pasqualini risultano efficacissimi) al tagliere di assaggi un po’ diversi dal solito – ma per la vera cucina è ancora presto – .
Il bicchiere mezzo vuoto si lega talvolta alla maleducazione di chi entra senza neppur salutare, di chi pretende d’esser servito senza far la fila dietro agli altri, di chi non rispetta le persone affaccendate dall’altra parte del banco.
Mentre la ascolto mi guardo intorno, fra rassicuranti bottiglie di vino (la cognata sommelière ha dato alcuni input) e una collezione di gin e di liquori liguri, fra cui il mio adorato amaro “Camatti”, che consentono creatività da intenditori. Il calice funziona piuttosto bene, specie per la fascia di avventori dai 40 anni in su, non solo le bollicine tipo Prosecco ma anche qualche incursione “ferma” – a bacca bianca e rossa – in varie regioni d’Italia, dal Piemonte al Mezzogiorno. Conoscere quel che si vende e si prepara è la leva per promuoverlo al meglio, sottolinea Cecilia.
Fondamentale, peraltro, si conferma pure la voce caffè-colazione, tanto che anche nelle mattine invernali se ne servono 40-50, ed il ritorno non è tout court economico, quanto in termini di “presidio” per tutti coloro che, svegli da poco, hanno piacere di garantirsi qualcosa di caldo e piacevole, la focaccia salata, la brioche farcita sul momento con confetture…, e sanno all’Odissea 2.0 di trovarlo.
L’incontro con Cecilia volge lentamente al termine, e le chiedo cosa sia quella “molla” che ogni giorno la spinge ad alzarsi dal letto e recarsi al lavoro: Cecilia mi risponde che è la determinazione, la voglia di fare, di mettersi in gioco, di trovare stimoli, di realizzare qualcosa di autenticamente personale. Il lavoro, mi confessa, svuota la mente, è una sorta di terapia.
Mi colpiscono le parole di questa calizzanese DOC, così volenterosa e concreta, legatissima al proprio borgo natio, di cui adora il carruggio coi negozi, il Rio Nero, la passeggiata degli Alpini… E debbo dire che anche per Luisa e me la tappa mattutina all’Odissea 2.0 costituisce sempre un piacere, con quello staff tutto al femminile (Cecilia, Valeria, Giulia, Rachele, Susanna) che non lesina mai il sorriso.
Prima di salutarla le domando cosa suggerirebbe agli amministratori politici, ai decisori pubblici e privati, e – ma da escursionista qual sono un po’ me l’aspettavo – subito mi ribadisce l’importanza dell’outdoor, di una strategia forte per accogliere e ospitare camminatori, bikers, famiglie, persone che resterebbero ammaliate dalla bellezza naturale dei boschi locali.
Cara Ceci, lavoro da 25 anni nel marketing turistico e non posso che condividere le tue proposte…
E ai Lettori della mia piattaforma non posso che caldeggiare una sosta all’Odissea 2.0, luogo anzitutto di gentilezza, e poi di puliti sapori. In alto i cuori e cincin!
Umberto Curti