Accoglienza come sempre regale lassù nelle serre di basilico di Pra’, dove non a caso si coltiva e si tramanda un’erba che già fu “regia” per i Greci (basilico da basileus=re), e quanto alla Grecia – amico lettore – concorderai che in quelle onde si fondò la civiltà mediterranea…
Lassù in quelle serre di Pra’, luogo vocato sin dall’Ottocento, l’accoglienza è rito a cura di Sir Stefano Bruzzone, imprenditore (e gentiluomo) dall’anima green, e mercoledì 19 febbraio sono state ospiti alcune importanti professionalità del turismo cui la nostra Luisa Puppo sta tenendo un corso specifico di “Gourmet English”, ovvero di microlingua settoriale per interagire al meglio con la domanda anglofona, che tra l’altro – e sempre più – invoca proposte di viaggio esperienziali.
Ho conosciuto Stefano un anno fa, quando m’invitò a tenere una conferenza alla grande festa del “baxaicò” che organizza giù in paese. Peraltro, già usavo il suo pesto – oggi senza dubbio il migliore tra quelli in commercio – per gli storytelling sensoriali che tengo nei corsi.
Stefano, e la moglie Monica, rivendicano con fierezza l’origine strettamente contadina del luogo, fra mare genovese e colline che traguardano il Basso Piemonte della valle Stura. Qui, l’intuizione di fine Ottocento di un mondo sapientemente rurale, i cui ortaggi finivano non a caso sul desco delle vicine ville patrizie, furono le serre di vetro dove, oggi come ieri, il basilico trova e trovò una casa ideale.
Il gruppo in visita didattica ha esplorato le ampie serre, il laboratorio di produzione, i piccoli appezzamenti dove sta prendendo vita anche un poco di gentilrosso, un grano tenero antico (ovvero scampato alle mutagenesi radioattive e ad altre nefandezze del tempo presente) che si caratterizza per la spiga rossiccia.
Sul basilico, sul pesto (sulle salse al mortaio in genere), sulle paste da condire (mandilli, picagge, trenette, testaroli, troffiette e gnocchi) e sui vini da abbinare (Pigato, Sauvignon, Malvasie secche, Riesling) ho già scritto nel tempo tsunami di testi, che ora – amico lettore – non t’infliggo se non suggerendoti in lettura – cliccando ad es. qui – altre parti di Ligucibario®. Ma la parola scritta, come noto, poco può rispetto alle esperienze vissute in presa diretta. Ecco dunque Stefano Bruzzone, sull’assolata terrazza di quel suo bel luogo, mettere alla prova un pestello di legno dentro un bacile di marmo, preparazione “solenne” ma mai snob, dal momento che il calore del movimento elettrico purtroppo ossida i polifenoli del basilico e dunque i moderni frullatori, ormai comodità presente in tutte le case, non possono che realizzare un pesto poco, o comunque meno, aromatico… In circa 15 minuti la ghiottoneria è bell’e pronta.
Aglio (in primis di Vessalico), pinoli italiani, sale marino grosso, basilico genovese dop, parmigiano dop, fiore sardo dop ed extravergine dop riviera ligure: non esiste in realtà una ricetta “originale”, “autentica”, “unica e assoluta”, ma vige tuttavia una regola importante, il pesto genovese – una salsa, dunque una ricetta a crudo – origina da un ottimo basilico. Aglio (un nutraceutico), sale marino grosso (un conservante) e pecorino (nei commerci la Repubblica di Genova dialogava intensamente con la Sardegna) fecero e fanno il resto, assegnando poi ai pinoli, al parmigiano e all’extravergine soprattutto il compito d’ammorbidire i sapori e ingentilire la texture, dato che un pesto organoletticamente troppo “brutale” non incontrerebbe il gusto contemporaneo.
Ciao e ancora grazie Sir Stefano, alla prossima, e sappi che ti tengo nel mirino, non scamperai ad altre visite didattiche…
Umberto Curti
20 feb 2020 | Pubblicato in Ligucibario
Bruzzone: serre di basilico e pesto di Pra’ 1
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Salve Ho scelto Voi perché da tempo conosciuti in ambito culture Basilico. Il tema è Notifiche da sottoporvi in Relazione a Coltivazione Basilico …per meglio esporre, ditemi dove posso AppoggiarVi una relazione con foto campioni; su di un CURIOSO e recente Vegetale infestante di fattura “Capillare Verde/giallo che Aggredisce la piantina fin da quando ha raggiunto i sei-otto cm.in pochissimo tempo ed emettendo semi a grappoli che ricadendo avviano un processo di rapida ricrescita avvolgendo le piantine e penetrandole fino ad alimentarsi della stessa piantina,soffocandola, questo accade da alcuni mesi a casa. * NON sono un coltivatore ba un buon Pollice verde e mi trovo ad AVER ISOLATO, questo PARASSITA, per ora Conservo ancora parte del Seme di quella partita ed ESCLUDENDO il Terreno con fermezza. ORA Non più utilizzata…ho immediatamente circoscritto la piccola AREA, ma il Dubbio che sia un FATTORE da osservare e segnalare pone in me l’allarme verso Tutti coloro che in Liguria ne fanno Ufficiale Lavoro e produzione, la dovesse mai accadere il diffondersi…mi rendo subìto disponibile ad una immediata collaborazione. FORSE è cosa Già CONOSCIUTA, ma la sua invasività non è passata inosservata, disposto ad incontrarvi con campioni reali freschi e vivi imbustati per l’appunto, Vi lascio mio cell. per un eventuale confronto diretto, la dove lo riteneste un Problema SERIO…Ermanno XXXXXXXXX..tranquilli tutto in Buona Fede AMATORIALE…Era mia intenzione segnalare il Fatto al’assessorato Agricoltura Ligure..se questo assumesse importanza…scusate la mia irruenza su quanto espostoVi..resto a disposizione per qualsiasi chiarimento ulteriore. DOVE posso inviarVi FOTO???..avete un profilo Facebook ???..su cui appoggiarmi…B.serata.