5 gen 2017  | Pubblicato in Ligucibario

Al via la nostra collaborazione con Artès

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Al via la nostra collaborazione con Artès, Animazione Relazionale per il Turismo Esperienziale. Novità in vista anche per la Liguria.

Fra i momenti più caratterizzanti dell’appena trascorso 2016 affiorano soprattutto alla memoria la lettura di un libro e l’incontro con un manager.

Un libro

Il libro è Ultimi, di Antonio Galdo (ed. Einaudi, 2016), impietosa lacerante radiografia di un’Italia prostrata, dove quasi nulla funziona, libro di statistiche, per propria natura oggettive, dove al turismo stesso – pp. 61-65 – si riserva un incipit, assai argomentato, come “siamo andati sempre e solo indietro”. Il resto del capitolo è la rete di trasporti inadeguata, sono le strategie promozionali pleistoceniche, i sistemi ricettivi poco target oriented, e gli sterili dibattiti su fino a che punto (fino a che punto??) un museo, un sito, un’abbazia possano e debbano esser valorizzati come attrattori turistici…

Sempre citando Galdo, il brand Italia nel 2005 era primo al mondo, ora è 18mo. Gli arrivi diminuiscono; e nel 2015, allorché la quota di turismo internazionale captata dall’Italia è scesa a 4,1%, le presenze sono calate del 5% mentre nella “travagliatissima” Grecia sono salite dell’11%. In Spagna, la voce turismo pesa il 22% del PIL, in Italia non giunge al 10%, cosicché la Spagna nel 2015 ha battuto un nuovo record con 68 milioni di ospiti, ormai seconda nella classifica mondiale. Il Travel&Tourism Competitiveness Index, infine, alla voce “efficacia del marketing per attrarre turisti” posiziona l’Italia 123ma.
Un Paese di record negativi, talora ultimo anche là dove, storicamente e “geneticamente”, fu primo. Un Paese dove non si fa sistema.

Un manager

Il manager, invece, è Maurizio Testa, presidente di Artès (lo incontri qui http://experienceforyou.org/artes/ oppure qui http://www.experienceforyou.com/new-homepage/ oppure qui http://artes2italy.com/home-artes/ …). Ci siamo conosciuti – da relatori, in successione – durante un vivace Convegno nazionale sul turismo (“Travel Marketing Days“), svoltosi a Finalborgo (SV) il 29 ottobre scorso. Mentre commentava a voce le proprie slides, non solo avvertivamo profonde consonanze fra le sue tesi e le nostre, ma ci entusiasmava la bellezza del suo progetto, a nostro parere forse – in assoluto – il più importante e innovativo nell’attuale panorama nazionale. Di cosa si tratta?

Artès è acronimo per Animazione Relazionale per il Turismo Esperienziale.

In estrema sintesi, e chiedendo venia per alcune semplificazioni, Artès è un’articolata, ma agile, struttura di specialisti, che promuove con idonei “programmi” l’integrale coinvolgimento dell’ospite/cliente nel vivere l’esperienza turistica. Utilizzando il territorio italiano come inesauribile scrigno di risorse, tradizioni e folklore, giacimenti enogastronomici e quant’altro, e creando reti specifiche con attori sia pubblici sia privati, Artès forma “operatori” altamente specializzati in grado di progettare ed erogare per l’ospite/cliente nuove forme di fruizione dei beni e dei patrimoni materiali e immateriali del nostro Paese. Edutainment dunque nell’accezione alta della parola, storie da vivere insieme, persone che accolgano persone condividendo e “linkando” passioni, l’ospite/cliente ora protagonista di ciò che avviene e di ciò che vive, non più solo visitatore di un museo e ascoltatore di uno storytelling, bensì a centro scena di uno storyliving. Ecco così che i borghi storici, le botteghe antiche, i laboratori e atelier artigiani, le dimore di charme si animano di appassionati e diventano luoghi di esperienza condivisa.
Scrive infatti Maurizio Testa che “un Operatore Artès è un produttore di “beni relazionali”, prodotti che per loro natura sono sostenibili, non inquinano, fanno bene alle persone, e durano per sempre nel cuore e nella memoria di chi vi ha partecipato”. L’Operatore Artès inoltre fa capo ad Assotes, organismo professionale riconosciuto dal MISE, riconoscimento importante per dare uniformità alla formazione degli Operatori e all’erogazione qualitativa dei servizi.
Quale Paese, in termini di patrimoni ed heritage, potrebbe competere con l’Italia? Quale Paese, malgrado tutto, vanta l’allure dell’Italia? Non a caso il turismo incoming desidererebbe sempre più conoscerla soprattutto nei suoi aspetti più autentici e meno massificati, sempre più i cercatori di bellezza focalizzano il come più del dove, esplorando anche i piccoli centri di provincia, visitando i circuiti delle botteghe storiche, acquistando artigianato, esigendo narrazioni coinvolgenti.
Artès commercializza on e off line questi “programmi” presso l’intermediazione ed altri soggetti coinvolti nella filiera turistica, affinando un catalogo che via via coinvolge tutte le regioni. E’ un cambiamento di prospettiva (strategica e operativa) epocale, che può sortire sviluppo socioeconomico, occupazione e opportunità di retravailler anche là dove il turismo vive finora – o ormai – stentatamente. E’ un cambiamento che potrebbe restituire all’Italia alcuni di quei primati che ormai più le mancano.

Una collaborazione

Ligucibario® non può sottrarsi ad una sfida tanto meritoria e stimolante. Nasce infatti proprio in questi giorni la nostra collaborazione con Maurizio Testa ed i suoi staff, collaborazione di cui siamo onorati e che ci motiva a riproporre alcune delle “tesi” e progettualità che più ci stanno a cuore. La Liguria infatti è terra paradigmatica di molte destinazioni cosiddette mature, dove occorre continuamente rimboccarsi le maniche per rinnovare e destagionalizzare l’offerta, per integrare costa ed entroterra, per innalzare, anche tramite momenti formativi ad hoc, la cultura del welcome.
In tal senso, Ligucibario® mette a cantiere anche un evento pubblico, di cultura e management turistico, che si terrà in Liguria indicativamente fra fine febbraio ed inizio marzo, e – via via – 5 “programmi” di turismo esperienziale, di cui uno – in fase di ultimazione – dedicato al pesto genovese, ed uno alla spungata di Sarzana, il dolce della Via Francigena che ha viaggiato dal paganesimo alla Cristianità cenobitica.
Al lavoro!
Umberto Curti e Luisa Puppo

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