È detto consuetamente “tocco” alludendo al pezzo di carne che lo sostanzia, ma può essere anche di magro (con acciughe, pinoli, funghi secchi…) per non “turbare” il venerdì. Il tocco de rosto, in particolare, implica la coscia del vitellone. Il tocco passato condisce in genere la polenta, negli entroterra.