Piatto del giorno dei morti, i bacilli sono le favette (tunisine ecc.), note già agli antichi Egizi che le ponevano nelle tombe, a mo’ di occhi dei defunti. Vanno ammollati 24 ore in acqua tiepida non salata, perché il sale li indurirebbe. Quando li unirai allo stocche lega il tutto con olio, limone e aglio battuto, talora qualche fettina di cipolla e un passato di pomodori freschi * .
A questo link hai come sempre la mia ricetta http://liguricettario.blogspot.com/2010/12/stocche-e-bacilli-stoccafisso-e-favette_16.html
Occorre abbinare al piatto ad es. un DOC Riviera ligure di ponente Vermentino. Cantano anche i Trilli, gruppo folk genovese: “T’aveivo dito de fame o stoccafisso e bacilli…”.
* sto realizzando un’approfondita ricerca sulle antiche trattorie di Sampierdarena (ahimé quasi tutte scomparse). Una in particolare, il Brillé, era celebre per questa ricetta, che – precorrendo i tempi – proponeva anche da asporto. Se t’appassiona il tema “stoccafisso e dintorni”, leggimi estesamente al link http://www.liguriafood.it/2017/08/01/odori-di-carruggi-e-un-brandacujun-per-lestate/
Umberto Curti
Stoccafisso e bacilli
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