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Patata quarantina

Detta anche “bianca di Torriglia” e a Levante “gianca de Reuppia” (Reuppia è una parrocchia in Val Graveglia) la incontri ottimamente in Valle Scrivia, Val Fontanabuona, Val Trebbia. La patata quarantina, a ciclo breve, è forse la patata più nota della montagna ligure e genovese, alimento che per più di due secoli – dal ‘700 al secondo anteguerra – ha nutrito e dato lavoro alle generazioni passate. Poi rischiò di scomparire.

Il nome potrebbe riferirsi al ciclo colturale breve tra semina e raccolto, oppure al fatto che nel ‘700 a Genova i tuberi provenienti dall’America venissero messi in “quarantena” , sospettati di forte tossicità…

E’ un tubero chiaro e sodo, di qualità e gradevolezza. Entra in vari piatti perché “povero” di grassi ma assai ricco di sali naturali (fra cui il potassio), di glucidi, di vitamina C. Possiede anche effetti cicatrizzanti sulle mucose dello stomaco.

A Neirone (Val Fontanabuona) una sagra si svolge a fine agosto tra le frazioni di Roccatagliata e Corsiglia. Te la consiglio anche per impastare gli gnocchi e per preparare le torte baciocche, per il tegame coi funghi, per tortini e purée. E di accompagnamento allo stoccafisso, un’altra tipicità ligure (da consumarsi specialmente bollito o accomodato).
Umberto Curti
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