Sono frattaglie – più o meno “pregiate” – , lavorate a polpette nell’omento, con ginepro – sostitutivo del troppo oneroso pepe – , e cucinate in Val Bormida (secondo una secolare ricetta) a bagnomaria, sulla piastra o anche fritte. Il peso è indicativamente di mezz’etto l’una. Piatto delle feste. Grive (sono i tordi delle Langhe, ghiotti di ginepro) è ironico, tanto che persino al costoso pepe si sostituiva la bacca di ginepro… Nei calici ti suggerisco una Granaccia, o un Ormeasco
Umberto Curti
Frizze (grive)
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