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Buzzetto

Simile, per non dire coincidente, al Lumassina e al Mataossu, è un IGT Colline savonesi. Il vitigno, diffusissimo a Quiliano (SV), è raccomandato su tutta la provincia savonese. Il nome deriva forse da “buzzo”, acerbo (donde acerbina e uga matta…). Si accoppia a frittate, ripieni, pesce, mitili, fritture. Esiste anche in versione brut. Scrive lo chef-saggista savonese Ferrer Manuelli, che fu sodale anche di Gino Veronelli ed Enzo Tortora:

Quando i grappoli erano quasi maturi, si sfogliavano e poi si incappucciavano con un sacchetto di carta per proteggerli dalle api e dalle vespe. La carta naturalmente doveva essere filtrante, affinché gli acini potessero respirare. Una volta poi colti, i grappoli venivano ancora esposti al sole, sopra un graticcio, sul terrazzo di casa, fino ad appassire, dopo di che si pigiavano in un barile. Si lasciava fermentare il mosto per pochi giorni, lo si rimetteva al pulito, lo si restringeva ed infine si imbottigliava il vino lasciandolo poi riposare fino al primo parto, in famiglia, o fino all’ora del dessert dopo il pranzo di Natale.

Umberto Curti
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