C’è un’Amica di Ligucibario, appassionata di food&wine, che dalla Riviera di ponente ci racconta luoghi, persone, momenti, tendenze. Buona lettura e buon viaggio con Emanuela!
“Il mondo è un bel posto e per esso vale la pena di lottare” Ernest Hemingway
Bei tempi quando le mete turistiche liguri non soffrivano – in alta stagione – impedimenti alla loro viabilità: era la fine dell’Ottocento ed i primi turisti inglesi scoprirono, grazie soprattutto allo sviluppo della linea ferroviaria verso ponente, Alassio. Chiaramente, allora non si poteva consultare alcun social ma una delle prime guide turistiche, la rinomatissima Baedeker, iniziò ad inserire Alassio come “località balneare” già nel 1879; in realtà essa allora veniva considerata più come soggiorno invernale, dal clima mite e con bel paesaggio, ma anche si caratterizzava per l’accoglienza degli alassini, i quali via via seppero fidelizzare al meglio un’élite internazionale che tuttora – non a caso – la considera legittima alternativa alla vicina, ma forse per alcuni troppo mondana?, Costa Azzurra.
Della nutrita colonia inglese si distinse la famiglia Hanbury, che dapprima acquistò numerosi terreni – per poi donarli alla città – e che negli anni ’20, finito il primo conflitto mondiale, tornò in Riviera per realizzare diversi affari quali acquistare Villa della Pergola (che, come si può intuire dal nome, è assolutamente da visitare tutto l’anno come parco botanico ma, specificamente in primavera, per il glicine), aprire la prima biblioteca (la English Library, “the italian town with an English secret” titolò la BBC qualche anno fa), ed infine costruire il primo circolo di tennis: la storica Club House fu inaugurata dal mitico René Lacoste e a tutt’oggi conserva fedelmente un’atmosfera british.
Nel 1922 aprì anche il ristorante “Palma”, allorché l’avvocato Viglietti, alassino ma col padre originario di Pianfei (piena provincia di Cuneo), osò insieme alla moglie Fiorita – nativa di Perinaldo – un’impresa gastronomica che lo portò non solo alla stella Michelin ma anche all’ammirazione di Gino Veronelli.
Ora come allora lo svago di villeggianti e turisti – quando non impigriscano al sole… – consiste in gite in barca (soprattutto verso la vicina isola Gallinaria, recente oggetto di indiscrezioni che la vedevano venduta, non senza polemiche, ad un oligarca ucraino * ), passeggiate sulle colline (Solva con le “biscette” dolci, Moglio con la ventre del tonno…), sport, bridge, shopping (imperdibili i baci di Balzola…) e – ovviamente – convivii culinari nei numerosissimi ristoranti.
* è delle ultimissime ore la notizia della prelazione statale ora esercitata dal Mibact, e che dunque resterebbero al magnate solo le parti più selvagge dell’isolotto, vincolate quanto ad ambiente e paesaggio e dalla manutenzione assai onerosa…
Proprio circa i ristoranti, so che Umberto Curti predilige il ristorante, e la cantina, dell’hotel Lamberti, ma io “rilancio” con la trattoria “I matetti” ** , con “Il gabbiano”, e – last not least – con il “Nove”…
** matetti sono in dialetto i bimbi, i pupi, gli infanti. A ciò secondo alcuni si legherebbe “mataossu” (è il medesimo vitigno del Lumassina e del Buzzetto), in quanto uva acida perché prematura, acerba…
Alassio, in definitiva, con i suoi hotel di tradizione, i locali storici, le gallerie di stampe vintage e le pasticcerie dagli arredi elegantemente demodé finisce di questi tempi con l’esser autenticamente di moda; tanto che in molti dei suoi stabilimenti balneari non si fa riferimento alcuno a lontane località dai nomi esotici, i nomi all’entrata dei bagni sono semplicemente Marcella, Rosetta, Bernardino, Pino o Mario…
L’allure della città è poi ulteriormente rafforzata dalla più importante kermesse indipendente nazionale dedicata al vino dei vini: lo champagne (siamo nel 2020, con la 8^ edizione). “Un mare di champagne” si terrà infatti anche quest’anno il 20 ed il 21 settembre presso la terrazza del Diana Grand Hotel, e saranno presenti oltre 120 etichette.
Se vi state chiedendo perché mai avrei dovuto scomodare un Premio Nobel come Ernest Hemingway per la citazione iniziale, era solo per ricordare che una delle attrattive della città, ossia il muretto di Alassio, è una famosa installazione ideata da Mario Berrino proprio in collaborazione con il celebre scrittore statunitense.
Emanuela Baccino