20 nov 2023  | Pubblicato in Ligucibario

A Genova, sapore di Rolli

palazzo tobia pallavicino. Immagine tratta da visitgenoa.it

palazzo tobia pallavicino. Immagine tratta da visitgenoa.it

Su incarico del Comune di Genova, sabato 18 novembre Luisa Puppo presso il bellissimo Palazzo Tobia Pallavicino (uno dei “Rolli”) ha collaborato all’accoglienza di una quarantina di operatori turistici principalmente operativi sul target culturale ed enogastronomico, e le tailor-made experiences di alta gamma. Alcuni italiani, altri in rappresentanza di tour operating estero (Francia e Germania), uno infine olandese.
Presenti anche giornalisti, blogger ed influencer. L’iniziativa, proseguita poi il giorno successivo, era propedeutica al marketing del pacchetto “Rolli Experience”, calendarizzato nei fine settimana di dicembre e nel primo di gennaio.
Dopo una visita di Palazzo Tobia Pallavicino (a cura di Anna Galleano della Camera di commercio), e prima del vero e proprio buffet d’aperitivo organizzato da Welcome Ricevimenti, Luisa Puppo – non a caso dal 2018 Ambasciatrice di Genova nel mondo – ha introdotto in senso storico e culturale la cucina genovese, in termini di materia prima e di ricette, sottolineando poi anche l’importanza di alcuni abbinamenti enologici. Una cucina, come Luisa Puppo ha efficacemente precisato, “di bordo, di porto, e d’orto”.
Sono quindi salite in scena le specialità previste dalla serata, fra cui il Basilichito (un sodato con Basilico Genovese DOP), il “biancamaro” realizzato con Pigato e Campari(1), la immancabile focaccia zeneize anche con olive taggiasche e salvia, la torta Pasqualina, le trofie col pesto ed i pansoti con la salsa di noci. Dolcissimo finale col pandolce sia in versione alta (la più antica) che bassa, la crema spalmabile nonché i gianduiotti con nocciole “misto Chiavari”(2), gli amaretti(3) e la confetteria.
(1) a Genova, scherzosamente, prende talvolta il nome di meixinn-a (medicina) quando vengono invertite le percentuali, e di mangraiou (malconcio, malridotto) quando si usa il “Rosso antico”, un vermouth anni ’70… Si badi che il vermouth si ottiene da vino, i “bitter” da una base alcolica (almeno 15°)
(2) si tratta di un cosiddetto Marchio collettivo geografico, che individua 8 varietà di nocciole, talora antiche cultivar, “sparse” tra le valli genovesi Fontanabuona, Sturla, Aveto
(3) ottimi gli amaretti prodotti da mandorle pugliesi, oleose, il che conferisce una texture molto morbida all’impasto. Incartati a mano, hanno una shelf life di circa 60 giorni.
Umberto Curti
umberto curti

Commenta